Torna in campo Dallan, il rugbista tenore

L'ex azzurro che canta l'Inno al Sei Nazioni domani gioca a Roma tre anni dopo l'ultima partita
Francesco Volpe
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Gli adolescenti l'hanno visto solo in smoking, intonare l'Inno di Mameli prima delle partite della Nazionale. I giovani se lo ricordano all'ala con la maglia azzurra o con quella del Treviso, segnare mete e sciupare femmine, frequentare reality e posare per calendari. Denis Dallan, il rugbista-tenore. Bravo, bello, simpatico. Una carriera di quelle da ricordare, spesso in tandem con il fratello maggiore Manuel. Cinque Sei Nazioni da titolare pressoché inamovibile, una Coppa del Mondo (2003), 42 presenze e 8 mete. Eppoi dodici stagioni con il Treviso (sette scudetti), una in Top 14 allo Stade Francais (un altro titolo), le ultime due a Milano, sponda Amatori in A2. A Canberra, Coppa del Mondo 2003, firmò due splendide mete trascinando l'Italia di John Kirwan oltre l'ostacolo Tonga. Ala di fisico e di qualità, com'è difficile trovarme oggi (o pesano, o sanno passare la palla...). Aveva smesso a 33 anni per dedicarsi alla carriera lirica. Ora, a 36 compiuti, ci ha ripensato. Allenatore (dei tre-quarti) e da domani anche giocatore ai Cavalieri Prato, in Eccellenza. Un'avventura accettata per "rimettersi in gioco", per "non far decidere agli infortuni quando dovevo chiudere la mia carriera". All'Acquacetosa di Roma, contro la Lazio (domani, ore 14.30), Denis partirà dalla panchina. Niente smoking e microfono, solo fango e sudore.


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