L'uomo dei fenicotteri spinge la Georgia

Mondiali: caucasici in crescita grazie a un miliardario che colleziona animali. "Ora dateci il Sette Nazioni"
L'uomo dei fenicotteri spinge la Georgia© Getty Images
Francesco Volpe
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Adesso la questione è sul tavolo. Niente più titoli a sensazione o indiscrezioni di stampa. La Georgia chiede ufficialmente di entrare nel Sei Nazioni. «Non vogliamo prendere il posto di nessuno, ma riteniamo di poter giocare il torneo». Parole di Milton Haig, 51 anni, il coach neozelandese che dal 2011 guida i Lelos georgiani. Venerdì scorso, schierando parecchi rincalzi, ha tenuto testa agli All Blacks (10-43), costringendo a uscire il loro capitano Richie McCaw, colpito duro alla tibia e al quadricipite, e vedendo il proprio, Mamuka Gorgodze, detto “Gorgodzilla”, eletto uomo-partita.
    «E’ ora di parlare di Sette Nazioni - ha detto Haig alla fine - Io continuerò a farlo. Per noi è indispensabile entrare nel torneo per compiere un ulteriore salto di qualità. Guardate i progressi dell’Argentina da quando è stata inserita nel Rugby Championship. Mi rendo conto che non è una decisione facile da prendere, ma sono convinto che farebbe crescere globalmente il rugby e gli aprirebbe un grande mercato nell’Europa dell’Est. E’ qualcosa su cui le Sei Nazioni devono riflettere».

MILIARDARIO - In Georgia il rugby sta compiendo passi da gigante. I georgiani sono duri, i loro avanti quasi tutti sotto contratto in Francia. L’estremo Kvirikashvili e l’apertura Malaguradze sono calciatori che l’Italia si sogna e anche i tre-quarti, che giocano per lo più nei club locali, stanno salendo di livello. Ma soprattutto il rugby georgiano ha strutture invidiabili grazie alla passione dell’ex primo ministro Bidzina Ivanishvili (il suo vice era l’ex milanista Kakha Kaladze), un miliardario che colleziona Picasso, fenicotteri, pinguini e zebre (!) nella sua megavilla sul Mar Nero. E’ stato lui a dotare la federazione di un centro di alto livello che può contare su una foresteria con 27 stanze, palestra, piscina, un campo in erba e uno artificiale dotato di illuminazione. E’ la base dell’Accademia e ovviamente della nazionale. Centri di allenamento sono stati costruiti anche a Kutaisi e Poti, per un investimento complessivo di 15,5 milioni di dollari.

GLADIATORI - La Georgia ha vinto sette delle ultime otto edizioni della Coppa Europa (chiamata Sei Nazioni B) e a Tbilisi richiama regolarmente 50.000 persone per i test-match. «I georgiani sono combattenti fenomenali, io ho solo dovuto affinare la loro tecnica e la loro capacità di lettura del gioco» spiega Haig, che ha anche creato una scuola tecnica. «Il rugby è diventato lo sport nazionale, ha superato il calcio». La Georgia ha appena vinto il Mondiale B U.20 e il prossimo anno debutterà nell’elite. Qui in Inghilterra ha battuto Tonga e tenuto testa a All Black e Pumas. Se domani farà lo stesso con la Namibia, si qualificherà per Giappone 2019: un traguardo storico.
    «Le partite facili non lo sono più - ha detto McCaw, riconoscendo il valore dei georgiani - Il livello del rugby mondiale sta crescendo. Ora nazionali come la Georgia riescono a mettere in difficoltà i top team e questo è eccitante». Chiaro che, con gli attuali calendari, un Sette Nazioni è impensabile. Ma il discorso retrocessione dal Sei Nazioni potrebbe tornare d’attualità, seppur non in tempi brevi, dopo le prove dei Lelos al Mondiale. Gli irlandesi sarebbero disposti a parlarne, gli altri meno. Anche perché la questione non coinvolge solo Italia e Scozia. Nel 2013 a retrocedere sarebbe stata la Francia...


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