Rugby, Odiete guida la carica dei nuovi italiani

Nel gruppo per il Sei Nazioni convocato anche l'ex sprinter emiliano di padre nigeriano che gioca in Eccellenza. In attesa di Appiah e Mbandà
Rugby, Odiete guida la carica dei nuovi italiani
di Francesco Volpe
2 min

Si avvicina il Sei Nazioni e anche l’Azzurra del rugby accoglie i nuovi italiani. Non figiani naturalizzati o maori equiparati, qui si parla dei figli di un’Italia sempre più multietnica. L’Italia di Valentina Diouf e Paola Egonu (volley), di Mario Balotelli e Angelo Ogbonna (calcio). A rompere il ghiaccio in mischia e dintorni potrebbe essere David Odiete, 22 anni, reggiano di padre nigeriano, in attesa magari dei più che promettenti Derrick Appiah, 21 anni, pilone modenese di genitori ghanesi, e Maxime Mbandà, 22 anni, terza linea romana di papà congolese. Il mondo cambia, il rugby si adegua.

PRECOCE - Odiete è un vecchio pallino del c.t. Brunel, che lo convocò quand’era ancora in Accademia federale e aveva sì e no 18 anni. Poi non tutto è andato come nei suoi sogni di bambino. Tre stagioni alle Zebre, in Celtic League, e “quando ho cominciato a mettere insieme un minutaggio interessante, mi hanno detto che per me ci sarebbe stato meno spazio”. Così l’estate scorsa si è trasferito a Mogliano, in Eccellenza. Dove ovviamente fa sfracelli. “Sono andato in Eccellenza con entusiasmo e scendo sempre in campo per dare il massimo. Nelle Zebre sentivo di essere cresciuto molto più nell'ultimo anno che in tutto il triennio, ma a Mogliano ho avuto l'opportunità di giocare con costanza. E non ho mai avuto la sensazione che le porte della Nazionale fossero sbarrate, anche se non ci pensavo. Ero e sono focalizzato a diventare il miglior giocatore possibile”.

VELOCISTA - Odiete da ragazzino faceva quello che tutti i rugbisti dovrebbero fare: non si limitava a praticare il suo sport. E’ stato un buon velocista, campione emiliano cadetti sugli 80 metri. Gli appoggi, la velocità e l’esplosività stanno lì a testimoniarlo. Ora magari c’è da perfezionarsi al piede e in difesa. “Sono un esordiente in azzurro e al Sei Nazioni. Metterò a disposizione del gruppo carica ed entusiasmo.
Se potessi scegliere, tra ala ed estremo preferirei il secondo ruolo. Alle Zebre ho giocato all'ala perché altrimenti non avrei trovato spazio ma da estremo a Mogliano è proprio un'altra cosa e mi sento più libero di spaziare".


© RIPRODUZIONE RISERVATA