Voglia di vincere e concretezza: l'intervista a coach Forcucci

Voglia di vincere e concretezza: l'intervista a coach Forcucci

Il tecnico, alla seconda stagione da head coach delle Fiamme Oro Rugby, parla degli obiettivi e delle speranze in vista della prossima stagione
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Dare il massimo, con professionalità, passione e dedizione: sono i valori che nello sport – e nella vita – fanno davvero la differenza. Ne è convinto Daniele Forcucci, pronto ad affrontare la sua seconda stagione da head coach delle Fiamme Oro Rugby. Poliziotto e tecnico dei cremisi, vive con orgoglio questo doppio ruolo, frutto di sacrifici e traguardi raggiunti nel mondo ovale. Crescita, rispetto dei principi, valorizzazione del settore giovanile e ambizioni importanti sono al centro della sua agenda. Su questi temi il coach ha offerto la sua riflessione.

Ci sono momenti destinati a restare impressi. Per Daniele Forcucci, la nomina a head coach delle Fiamme Oro, poco più di un anno fa, è stata un vortice di emozioni.

«Nel momento in cui ho ricevuto la notizia dal Vicepresidente, Tommaso Niglio, ho provato un mix di euforia, gratificazione e senso di responsabilità. Se devo scegliere un momento da ricordare della scorsa stagione, dico la prima vittoria in campionato. È stata conquistata su un campo difficile, in trasferta a Mogliano. Fino a quel momento la squadra aveva collezionato due sconfitte e senza mettere a segno mete: eravamo tutti sotto pressione. C’è stata la dimostrazione di un gruppo e di uno staff unito. Con quel successo abbiamo iniziato ad acquisire la consapevolezza nei nostri mezzi, comprendendo che potevamo giocarcela con tutti».

L’importanza del ritiro e della preseason, nello sport moderno, assumono un peso notevole

«Si tratta del momento fisicamente più duro, ma anche di quello più bello a livello di gruppo. In attesa dell’avvio del campionato, ci siamo goduti totalmente due settimane di rugby in un ambiente speciale e ideale per la preparazione. Stiamo lavorando dal punto di vista fisico, mentale e sociale. Abbiamo trascorso insieme le giornate e questo è funzionale per consolidarci e fare squadra, coinvolgendo anche i giovani. Tecnicamente stiamo gettando le basi dei nostri principi di gioco, con varie soluzioni da provare, adattandole e mettendole in pratica durante le amichevoli. Così facendo potremo arrivare all’inizio del campionato con le idee chiare, comprendendo a tutti gli effetti quali siano i nostri punti di forza per poi impostare il sistema di gioco».

Giovani, formazione e crescita

«Uno degli obiettivi centrali della società è la crescita dei ragazzi del Settore giovanile. La nascita della squadra Cadetta, la Nea Ostia Cremisi – frutto della collaborazione tra Fiamme Oro e Nea Ostia Rugby – dimostra quanto la dirigenza creda nella valorizzazione dei giovani. Dare continuità a chi esce dal vivaio, permettendogli di crescere e magari un giorno approdare in Prima Squadra, è fondamentale. Molti giocatori e membri dello staff seniores lavorano anche con i nostri giovani: un segnale forte di appartenenza, che si è visto chiaramente nella Finale di Coppa Italia a Rovigo, quando 300 ragazzi del vivaio ci hanno sostenuto per tutti gli 80 minuti al 'Battaglini'. Questo, per me, è il significato di ‘famiglia’».

Un legame indissolubile, un percorso che continua con determinazione

«Ho vestito molteplici vesti con i cremisi: giocatore, allenatore del Settore giovanile, assistant coach della Prima Squadra e ora capo allenatore. Per me è sempre stato un grande orgoglio e un’importante responsabilità, che ti insegna ad essere un esempio per tutti i sportivi, dentro e fuori dal campo. Non rappresenti solo una squadra di rugby, ma la Polizia di Stato».

Unità e ambizione, atteggiamento e gioco intraprendenti

«Sarà un campionato equilibrato e competitivo, con almeno sei squadre in corsa per i play-off. Tra Coppa Italia e campionato, da settembre a dicembre giocheremo senza sosta: per questo sarà fondamentale arrivare pronti e gestire al meglio i giocatori a disposizione. La scorsa stagione ci ha dato consapevolezza dei nostri punti di forza e ora vogliamo dare continuità al lavoro, con ambizione ma senza perdere umiltà. La nostra mentalità dev’essere chiara: proporre un gioco efficace e corretto, creare e concretizzare le occasioni, mantenere costante pressione sull’avversario, con velocità nei punti d’incontro, movimento senza palla e un turnover ottimizzato, che resta una delle nostre armi preferite. Dobbiamo invece crescere in esperienza e nella gestione dei momenti delicati: gli ultimi minuti della finale di Coppa Italia lo hanno dimostrato. Serve la capacità di leggere lo scenario e capire che non sempre possiamo imporre il nostro gioco».

Concretezza e voglia di tornare a vincere

«Non mi piace sognare, preferisco piuttosto fissare degli obiettivi, perché questi sono raggiungibili. Vogliamo tornare a vincere e arrivare ai playoff, anche perché l’ultimo trofeo alzato risale al 2014 (il Trofeo Eccellenza a Rovigo, ndr.), quando ero ancora un giocatore. Un altro obiettivo comune è poter vedere un giocatore, formato nel Settore giovanile delle Fiamme Oro, conquistare e vestire la maglia della Nazionale maggiore. Discorso analogo anche per quanto riguarda i membri dello staff. Mi piacerebbe che le Fiamme Oro diventassero a tutti gli effetti un punto di riferimento per tutto il movimento».

Conclusioni, consigli e ringraziamenti

«Tre consigli ai ragazzi: appassionatevi, perché la passione è il primo requisito per un giocatore di rugby; impegnatevi, al 100%, sempre senza sentirsi mai appagati e credendo sempre di poter raggiungere gli obiettivi fissati; divertitevi e godetevi questi momenti, perché ve li ricorderete per sempre».

Una squadra che allena una squadra

«Sono grato a chi ha creduto in me dandomi l’opportunità di ricoprire questo ruolo, ma un ringraziamento va anche al mio staff, in quanto oltre a svolgere bene il proprio lavoro, mi aiuta e supporta: insieme abbiamo dimostrato di essere una squadra che allena un’altra squadra, lavorando con impegno e coerenza, riuscendo a trasmettere fiducia ai giocatori, che è la cosa più importante».


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