Sei Nazioni, la nuova Italia del rugby contro i campioni della Francia

Quattro romani in lista, con la sorpresa Iachizzi che gioca in Bretagna: «Convocato mentre tornavo a casa. Vivo per momenti come questo»
Sei Nazioni, la nuova Italia del rugby contro i campioni della Francia© EPA
Christian Marchetti
4 min

ROMA - Il presidente della Federugby Innocenti ha parlato di due vittorie, altri osservatori addirittura di tre. Eccesso di ottimismo? Significa comunque che l'Italrugby di Kieran Crowley avrebbe le carte in regola per far valere il “fattore Roma”. Ma è proprio arrivato a questo punto che il tifoso medio esclama «Magari!», ricordando gli ultimi dieci anni di scoppole seguiti all'Italia-Irlanda del 16 marzo 2013, 22-15, ultimo successo all'Olimpico.  
Il «Magari!» si fa più sofferto considerando che il debutto nel Sei Nazioni 2023 degli azzurri sarà oggi (ore 16; diretta Sky e Tv8) contro la Francia campione in carica, che si candida per il bis nonché a trionfare alla prossima Coppa del Mondo.  
«Magari!» è infine l'esclamazione dei quattro romani in squadra: dal capitano Michele Lamaro al pilone Danilo Fischetti, dal seconda-terza linea Edoardo Iachizzi al pilone Pietro Ceccarelli, che partiranno tra le riserve. Il primo ex Lazio, il secondo e il terzo ex Capitolina e tutti memori delle “sportellate” tipiche dei sempre sentiti derby giovanili a Roma Nord.

Inversione a U

I primi due sono già vecchie conoscenze azzurre, il 24enne Edoardo è l'ultimo arrivato. Il “come” è tutto un programma: «Lo scorso 21 gennaio, dopo aver giocato con l'Italia A a Viadana, con la mia compagna Celia ero quasi arrivato a casa nostra a Vannes, in Bretagna. A 300 metri, la telefonata del team manager Venditti (altro ex Capitolina; ndr): “Sei stato convocato”. Ho guardato Celia, ho fatto inversione a U e ho preso il primo volo per l'Italia in partenza da Parigi». 
Infanzia e adolescenza tra l'Olgiata e Ponte Milvio, qualche incursione ovale in quel di Colleferro dallo zio materno Roberto, gli inizi con la Capitolina, gli studi al liceo classico “Dante Alighieri” in Prati. Le chiamate in azzurro e, proprio durante una trasferta con l'Under 18 a Strasburgo, la proposta del Perpignan di giocare nei loro Espoirs. Il vivaio, e con l'etichetta di “giocatore di formazione francese”. «Accettai subito, felice di scoprire a soli 18 anni un mondo nuovo. Come se non bastasse, per la prima volta potevo pensare al rugby come a un possibile lavoro, pur rimanendo convinto delle tante insidie che nasconde il professionismo e di quanto sia importante la scuola».

Scuola

Tanto che Edoardo continua a studiare, passa la maturità da privatista e inizia a frequentare la facoltà di storia a Perpignan. Nel 2020 l'ingaggio a Vannes, sempre in Pro D2, la seconda serie transalpina, ma da senior «e l'università è stata incredibile, creando un percorso che mi consentisse di studiare e dare gli esami sebbene dall'altra parte del Paese». 
Edoardo scoppia a ridere quando gli parliamo della convocazione come di un segno del destino, «anche se, a essere sincero, ci ho pensato. Come ho pensato che con i Bleus sarà una partita difficilissima, ma viviamo proprio per avere l'opportunità di partecipare a momenti come questo. In sette anni lì ho scoperto un movimento in continuo sviluppo, in cui anche il paesino più piccolo e sperduto ha una tradizione rugbistica».  
Italia-Francia sarà dunque la partita anche di Edoardo e di quella famiglia di seconde e terze linee che di cognome fa Iachizzi: «Mio fratello maggiore Valerio, mio compagno di club e sempre attentissimo alla mia carriera; mia sorella Monica che vive in Svizzera e gioca nella loro nazionale; mio fratello più piccolo Matteo (mi raccomando: i nomi mettiamoli tutti). E poi i miei genitori, zii, amici. Sarebbero venuti comunque allo stadio, ma ora hanno un motivo in più». 


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