Sei Nazioni, Fischetti punta l’Inghilterra: “Mi piace essere velenoso, attenti ai dettagli”

Domani gli azzurri affrontano gli inglesi a Londra, la città dove l’azzurro  gioca e vive
Sei Nazioni, Fischetti punta l’Inghilterra: “Mi piace essere velenoso, attenti ai dettagli”© BARTOLETTI
Christian Marchetti
4 min

Numero 1: Danilo Fischetti. Lo è stato domenica scorsa, nella sconfitta dolce e amara contro la Francia; lo sarà ancora domani, nella seconda uscita dell'Italia di Kieran Crowley, questa volta a Twickenham contro l'Inghilterra di uno Steve Borthwick già tartassato dopo il ko con la Scozia. Si gioca dunque nella Londra che ha risucchiato e ammaliato Danilo, come la "Swinging London" che riscriveva gli anni 60 e un mondo intero. Dalla scorsa estate nei London Irish per poi tornare in azzurro e, in questo Sei Nazioni, offrire un pilone di 25 anni cresciuto ulteriormente. Un pilone da 26 presenze e tanta qualità. Fatto sta che domenica, contro i Bleus, l'1 di Fischetti non è stato solo numero di maglia: in 69 minuti, prestazione eccellente tanto in attacco che in difesa. «Soddisfatto? Abbastanza, il risultato è stato quel che è stato - ammette -. Però ci sono margini di miglioramento».

Cubo

«Rome» e «London». Le cita entrambe sul profilo Instagram che gestisce col nickname "cubo_medusa". «Cubo perché l'altezza non è proprio il mio forte (180 cm, ndr) al contrario dello "spessore" (111 kg); medusa per... cose di spogliatoio. Tutta colpa di Giulio Bisegni ai tempi delle Zebre comunque. Ma come la medusa mi piace essere velenoso, rompere le scatole». I tifosi apprezzano, dedicano striscioni, chiedono calzoncini... Domenica Fischetti è rientrato negli spogliatoi in mutande. «Quello per colpa di mio cugino Andrea che mi segue ovunque e ovunque mi chiede i pantaloncini. Oramai non ne ho più neanche un paio da tenere per ricordo».

Twickenham

Natali a Genzano, giovanili tra Aprilia, Lanuvio e Capitolina. Poi l'Accademia, il Calvisano, le Zebre e un mondo tutto nuovo oltremanica. «Ho scambiato qualche battuta con i miei compagni di squadra a Londra, ma assolutamente senza riferimenti alla partita. Lì dovrà parlare il campo. Ciò non toglie che tornare da avversario sarà entusiasmante e bello. Una sfida che sentirò particolarmente, anche perché sto imparando tantissimo e qualcosa di diverso. Aggiungiamo poi che entreremo nel tempio di Twickenham. Ho già giocato lì una volta e mi è sembrato incredibile nonostante fosse a porte chiuse causa virus. Figuriamoci cosa sarà con 80.000 spettatori...». 

Cuoco

La vita nel Regno Unito: «Tanto diversa, anche l'umorismo». La lingua: «Il club ci ha messo a disposizione una insegnante». Il cibo: «Cucino io. E tutti prodotti italiani. Ne trovo moltissimi, solo con la carne fatico un po’». E l'amata Roma (intesa come squadra di calcio)? «C'è la tv, mica siamo negli anni 60. Però il modo in cui seguono e amano il rugby da quelle parti è incredibile. In Italia proviamo a fare lo stesso, ma siamo penalizzati dal tempo e dall'esperienza. Sono più avanti». Domani gli azzurri giocherà proprio contro i maestri. «Aveva ragione il capitano Lamaro quando, dopo la Francia, ci ha parlato dei dettagli che alla fine hanno fatto la differenza. Contro l'Inghilterra bisognerà migliorarli, sebbene la Francia sia meno strutturata e più imprevedibile. Aspettiamoci un possesso con grande ritmo e tanta velocità». «Dovremo essere precisi - ha aggiunto ieri il ct Crowley, dopo l'annuncio della formazione -. Loro hanno cambiato allenatore (Eddie Jones è stato esonerato a dicembre, ndr) e adesso stanno cercando di rodarsi. Saranno probabilmente più solidi, specialmente in mischia». Ossia il reparto di Danilo Fischetti, che stavolta avrà il rientrante Riccioni come pilone destro.


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