Breaking2: il muro delle 2 ore in maratona non crolla, missione fallita

Eliud Kipchoge ci impiega 26" in più del previsto, ma la sua impresa rimane qualcosa di eccezionale
Breaking2: il muro delle 2 ore in maratona non crolla, missione fallita
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MONZA - Missione fallita sabato mattina all’alba all’autodromo di Monza per l’operazione Breaking2. L’obiettivo era correre la maratona sotto il muro delle 2 ore, ma il sogno rimarrà tale (almeno per il momento…) perché il 32enne campione olimpico keniano Eliud Kipchoge ci ha impiegato 2h00’25”. 26” di troppo per entrare nella storia e per percorrere i fatidici 42,1095km su un anello da 2,4km creati all’interno del circuito monzese. Anello da percorrere 17 volte, percorso super piatto, temperatura ideale di 11 gradi, vento assente, forse un filo di umidità (79%) in più rispetto al previsto. Monza era stato scelta proprio perché a livello mondiale aveva le caratteristiche adatte per cercare questo primato e le ha rispettate. 

Rimane comunque la miglior prestazione mondiale di sempre anche se il record non sarà omologabile perché non rispetta i criteri e le normative della Iaaf (Federazione Mondiale) per le corse su strada. Dunque il 2h02’57” di Dennis Kimetto stampato alla Maratona di Berlino nel settembre 2014 rimane come record mondiale, 2'32" in più, un'enormità a questi livelli.

Ma a Monza si è corso forte e i tre pretendenti,– il keniota Eliud Kipchoge, l’etiope Lelisa Desisa e l’eritreo Zersenay Tadese, aiutati da trenta lepri a dettare il passo hanno dato spettacolo e sono partiti subito forte. Il primo a non riuscire a tenere il ritmo è stato l’etiope Desisa che al diciottesimo chilometro si è staccato, seguito poco prima del ventesimo chilometro dall’eritreo Tadese: eccellente, invece, la progressione del keniota Kipchoge, quello su cui maggiormente erano rivolti gli occhi del pubblico e le speranze dei tecnici Nike, che ha mantenuto l’andatura fino al trentacinquesimo chilometro. 59’57” il suo crono della prima metà gara, 60’28” quello della seconda, per una prestazione assolutamente eccezionale. Ha corso in maniera elegante e dinamica, sempre brillante, frutto di una preparazione durata mese e fatta in maniera perfetta.

Kipchoge non ‘rompe’ il muro delle 2 ore, ma intasca un assegno da circa 500mila dollari di ingaggio e quel che è certo che Nike ha compiuto una gigantesca e innovativa impresa dove ha cercato il limite umano e compiuto un’operazione di marketing globale e avveniristica. L’esperimento verrà senz’altro ripetuto, non si sa quando e dove, ma sicuro non può finire così, perché al di là di tutto si è visto che l’impresa è fattibile, l’uomo può scendere sotto il muro delle 2 ore. 


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