La corsa infinita: 600 pagine sulla NYCM

La prima guida completa per sopravvivere alla maratona
La corsa infinita: 600 pagine sulla NYCM
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Quarant’anni fa il primo gruppo organizzato di 85 runner italiani sbarcò nella Grande Mela per correre la maratona di New York, la più famosa e popolare e amata del mondo. Era il 1979 e il pacchetto all-inclusive costava 640mila lire. Con un extra di 12,95 dollari si cenava e festeggiava il dopo-maratona in un ristorante hawaiano sulla 52ª (mance e balletto incluso). Domani saranno quasi 3.500 i maratoneti italiani ad attraversare di corsa il ponte di Verrazano assieme ad altri 50.000 runner provenienti da ogni angolo del mondo. Solo per il pettorale hanno sborsato 500 dollari. Correre almeno una volta lungo i cinque quartieri newyorkesi, tra due ali di folla, per tanti non ha prezzo e ha il significato di un pellegrinaggio. Lì, a Manhattan, dove tutto è nato dal genio di Fred Lebow. L’inventore della NYCM che arrivò clandestino in America dopo esser fuggito dalla Romania dove faceva il sarto.

Anche quest’anno per la metà dei podisti italici sarà la prima volta di corsa a New York. Lorenzo Maria Dell’Uva, giornalista, runner, fotografo, imprenditore e startupper, napoletano che vive tra Bologna e Brooklyn e che la NYCM la scoprì, quasi per caso, nel 2008, è l’autore di “La Corsa Infinita”, la prima guida completa per sopravvivere alla maratona. Un’opera monumentale di 610 pagine (disponibile su Amazon), nella quale l’autore, con l’apporto del coach fiorentino Fulvio Massini, svela trucchi, strategie e segreti. Con curiosità, e tanto amore, l’autore ripercorre metro dopo metro la magìa di una classica che ogni anno si rinnova. Nel farlo sembra quasi voler mettere in guardia i neofiti e ricordare ai veterani che sopravvivere all’intenso rito della maratona newyorkese può essere più arduo che correrla. Perché, come disse Fred Lebow, quando nel 1984 partecipò alla maratona di Roma (completandola in 5 ore dopo essersi appisolato nei pressi di Bocca della Verità): «La maratona è un mix di umanità. C’è il dramma, c’è la competizione, c’è la solidarietà, c’è l’eroismo. Non tutti possono sognare l’oro olimpico, ma tutti possono sognare di portare a termine la maratona».


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