La corsa gli salva la vita. Ora sta di nuovo male

Lorenzo Betti è un semplice appassionato, l’anno scorso un progetto per correre 10km gli ha cambiato la vita. Ora senza potersi allenare però sono cominciati ancora i guai
La corsa gli salva la vita. Ora sta di nuovo male
Cesare Monetti
5 min

Correre si, correre no. In alcune regioni è fattibile, in altre no. Correre per piacere, per mantenersi in forma, per socializzare, correre per salute, per necessità fisiche e psicologiche.

Ci sono moltissimi modi di correre e ancora più motivi per farlo. Qualche volta correre è una esigenza di salute. Abbiamo intervistato Lorenzo Betti, la sua storia può essere un simbolo di quanto possa essere deleterio impedire l’attività fisica. Per questo infatti l’Oms ancora una volta in questi giorni ha ribadito che bisogna fare attività fisica, in contrapposizione a tante disposizioni delle nostre Istituzioni che invece vietano l’attività motoria.

Chi è Lorenzo Betti?

“Abito a Senigallia, ho 52 anni e sono titolare di un laboratorio di costruzioni elettroniche. Sono appassionato di musica classica, mi piace passare del tempo in montagna e viaggiare attraverso l’Europa in bicicletta”. 

Finché un giorno è finito in ospedale…

“Per lavoro ero quasi sempre seduto o in auto. Da anni avvertivo un "dolorino" alla schiena ormai cronico ma che si inaspriva improvvisamente, fino a quando, un giorno, tornando dal lavoro mi sono ritrovato immobilizzato a letto. Mi era già successo altre volte ma quella volta il dolore era diventato insostenibile al punto che sono uscito di casa grazie ai vigili del fuoco che mi hanno trasportato su di una barella spinale calandomi dal terzo piano con una loro autoscala. Sono rimasto in ospedale più di un mese e ne sono uscito trascinandomi e con il deambulatore”. 

Dall’ospedale alla corsa, quali le tappe e motivazioni di un percorso difficile?

“Dopo la dimissione ho iniziato a realizzare che avevo 50 anni e non era giusto essere ridotti a vivere in quel modo. Ho tirato fuori tanta grinta, pian piano, metro per metro e giorno per giorno ho iniziato a fare qualche passo fino ad abbandonare la stampella nel giro di qualche mese e ad allungare il mio percorso.

Dopo circa un anno, ho ripreso a fare passeggiate e a "respirare" il piacere di una lunga camminata. Dopo alcuni mesi, grazie ad un caro amico, lui, vero sportivo, ho iniziato a pensare alla corsa non più di 50 metri continuativi, ma una piacevole sensazione”.

La vera svolta con il progetto di Bridgestone e la 10k a Verona. Cosa è successo?

Per puro caso sono venuto a conoscenza dell’iniziativa di Bridgestone che cercava persone che volessero "superare" i propri limiti e correre la loro prima 10km.

Francamente non immaginavo che venissi scelto e non pensavo che fossi in grado di davvero riuscire a correre 10km. Grazie alla costanza e al benessere che provavo ero in grado di camminare ininterrottamente per 10-12km, partivo al mattino alle 5.30 e tornavo alle 8.00. La mia camminata è stata sempre in solitaria, a quell’ora, pur abitando nei pressi di un lungomare, ero il solo essere umano nel raggio di km... 

Grazie al progetto di Bridgestone sono stato educato, istruito, coccolato da una equipe a dir poco favolosa. In breve, seguendo le tabelle di Massimo Magnani ed i consigli di Luciano Sabbatini nonché la spinta emozionale di Valeria Straneo mi sono ritrovato a  correre! Piano, molto piano, ma correre per davvero! E pian piano fino ai fatidici 10km! Correre insieme ai maratoneti a Verona il 17 Novembre 2019 è stato a dir poco esaltante!”

Cosa rappresenta per lei la corsa? Come la definisce?

“Già prima del progetto conclusosi a Verona la corsa era diventata una piacevole abitudine, tre volte a settimana mi ritrovavo a provare bellissime sensazioni, sentirmi vivo, respirare a pieni polmoni...e sudare! Nonostante sia un amatore (scarso) il gusto di fare gli ormai abituali 10km ininterrotti di corsa non ha prezzo.” 

Come si sta gestendo in questa fase di emergenza sanitaria coronavirus?

“Semplicemente fermo. Finché è stato possibile ho corso, ma ora, nonostante abiti in un luogo dove svolgendo la mia attività non incontravo e non incontrerei anima viva, sono totalmente fermo. Purtroppo. La verità è che ora stando fermo da diverse settimane sto iniziando nuovamente ad avere problemi alla schiena e questo mi preoccupa”.

Che tipo di problemi?

“Stamattina, dopo un anno e mezzo che non avevo più le parestesie alle dita dei piedi si sono presentate con le fitte alla schiena. E ho ripreso a zoppicare. Solo dopo 2 ore di giri come un criceto nel giardino condominiale sono riuscito a lenire il dolore...”

Le manca allenarsi?

“Certo, perché mi fa stare bene. Mancano le mie passeggiate che poi sono diventate corsette lungo la spiaggia o nelle colline dietro casa che mi hanno cambiato e salvato la vita”.

Correre si o no e perchè?

“Non mi va di essere visto come un untore. Purtroppo l’ignoranza e le difficoltà che stiamo vivendo portano a dover identificare un responsabile e sfogare le proprie frustrazioni è abitudine assai diffusa”. 

Cosa pensa della campagna "anti-runner", da cosa dipende e come saranno visti i runner quando l'emergenza sarà rientrata. 

“La campagna anti-runner è lo specchio di molte cose di questo Paese.  Tabacchi aperti e librerie chiuse. Ho cari amici operatori sanitari, e conosco molto bene la loro situazione”.

 

 


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