Correre non ti piace? Lo hai imparato da bambino!

Perchè alcuni odiano la corsa? Quando abbiamo interrotto il rapporto con un gesto così naturale?
Correre non ti piace? Lo hai imparato da bambino!
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Il motivo per cui la maggior parte degli adulti non ama l’attività fisica, come la corsa o il cammino, risiede esclusivamente nel modo errato in cui si è entrati in contatto con queste esperienze.

COMODITA' - Da bambini, infatti, dopo aver imparato a camminare, siamo tutti stati trasportati su comodi passeggini che hanno immediatamente interrotto la ripetitività del gesto, necessaria per acquisire un’abitudine.  Dopo un lungo periodo di consolidamento della nuova abitudine siamo stati poi nuovamente “costretti” ad abbandonare la comodità di essere trasportati e spesso solo per accompagnare gli adulti (stanchi di spingerci) in attività di nessun interesse per un bambino, come ad esempio visite turistiche, shopping etc.. Questo cambio repentino dell’abitudine ci rimesso in contatto in modo improvviso con una abitudine in qualche modo dimenticata e soprattutto con un peso corporeo da trasportare decisamente più elevato.

LA CORSA - Per quanto riguarda la corsa, l’esperienza è stata per la maggior parte di noi ancora più negativa. La corsa ha, infatti, sempre rappresentato l’attività fisica complementare ad altri sport, da fare come riscaldamento iniziale (il più faticoso) o addirittura come punizione per aver commesso qualche sbaglio: “fai 5 giri di campo!”.

Inoltre, tantissimi di noi, da bambini hanno partecipato a qualche gara collettiva (i giochi della gioventù o le famose corse campestri) dove sono stati costretti a correre senza nessuna preparazione graduale. L’enorme fatica provata e la delusione di arrivare di gran lunga dopo quei pochissimi bambini che avevano una preparazione idonea, hanno creato in noi la profonda convinzione di non essere adeguati.

UN GESTO NATURALE - Queste modalità, in qualche modo “innaturali” con cui l’uomo moderno entra in relazione con quella che dovrebbe essere l’esperienza più facile e naturale per noi determina una radicata e inconscia “repulsione” per questo gesto. Cosa che non accade certo ad un bimbo keniota che mantiene un rapporto intimo e costante con il movimento fisico. Se però ci impegnamo a riprovarci nel giusto modo è possibile riuscire ad amare questa attività, rendendola piacevole e appagante, così come fanno milioni e milioni di persone nel mondo.

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Testo a cura di Max Monaco, life, sport e motivational Coach, ultramaratoneta e collaboratore scientifico
dell’Università Roma 3. Fondatore e Amministratore di 6più.


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