Dolore al tendine d’Achille con la corsa, tendinite o tendinosi?

Il Prof Marco De Angelis ci spiega le diverse lesioni note come tendinosi e tendiniti.
Dolore al tendine d’Achille con la corsa, tendinite o tendinosi?
3 min

I tendini sono strutture, costituite di fasci connettivali, poco elastiche che trasmettono la forza generata dai muscoli all’osso su cui si inseriscono. Sono molto poco vascolarizzati dal sangue e quindi potremmo definirli “torpidi”, ossia poco “plastici”, con scarse o comunque lente possibilità di adattamento a brusche variazioni delle attività che l’ambiente propone.

LA TENDINOSI - Se una persona inizia a correre senza averlo fatto regolarmente prima, oppure dopo un lungo periodo di inattività, oppure se aumenta bruscamente l’intensità della corsa, i suoi tendini, in particolare quello d’Achille (dietro al tallone), non sono adeguati strutturalmente e funzionalmente a sopportare, assorbendole, queste nuove alte tensioni.

Si determinano perciò al suo interno delle microlesioni, microlacerazioni, che generano delle microlacune, dei fori. Questa è la tendinosi.

VASCOLARIZZAZIONE - Non potendo un tendine, privo di adeguata vascolarizzazione, infiammarsi al suo interno nel vero senso del termine, la “tendinite” dolorosa dell’Achilleo (come di altri tendini) in realtà non esiste.

Essendo i tendini praticamente privi anche di terminazioni nervose sensibili al suo interno, queste microlesioni non si accompagnano a nessuna sintomatologia dolorosa, per cui il soggetto non se ne accorge.

Si accorge invece, se si verificano, dei fenomeni infiammatori delle zone peritendinee (peritendinite) di scorrimento tra tendine e tessuti vicini, spesso erroneamente attribuite ad una guaina che l’Achilleo in realtà non ha.

Le capacità riparative delle microlacerazioni interne dipendono essenzialmente dall’afflusso, scarso, di sangue e dall’azione delle rare (rispetto ad altri tessuti più plastici, più “vivi”) cellule riparative all’interno del tendine, fattori che dipendono molto dall’età biologica della persona.

Quindi, per le caratteristiche del tendine la riparazione delle microlacerazioni avviene molto, molto lentamente.

RECUPERARE - Ma se il soggetto sottopone il tendine, prima che si sia riparato completamente con un adeguato intervallo tra una seduta e l’altra, ad altre sedute che comportano altre tensioni che generano altre microlacerazioni, il processo lesivo procede sempre di più, ampliando le lacune, anche perché le tensioni andranno a gravare su sempre meno fibre, che quindi sempre più facilmente verranno lacerate. Le lacerazioni si ampliano sempre più fino alla temutissima rottura completa del tendine.

E’ quindi essenziale distanziare le sedute di corsa, specialmente se con sollecitazioni intense, con salite e balzi.

Testo a cura del Prof Marco De Angelis - Università de L'Aquila


© RIPRODUZIONE RISERVATA