Fallisce il record mondiale 100km per soli 12”: le lacrime di Jim

Sfuma il record del mondo maschile sui 100 km per pochissimi secondi
Fallisce il record mondiale 100km per soli 12”: le lacrime di Jim
Cesare Monetti
3 min

PHOENIX - Causa Covid da ormai un anno mancano le sfide classiche tra atleti per conquistare il podio, quelle fatte di tatticismi uomo contro uomo, crisi e rilanci, scatti e allunghi. Tutta l’adrenalina si è spostata sulla sfida al cronometro, al record.

L’ultimo messo in atto dopo quelli di Nike con Eliud Kipchoge per abbattere il muro delle 2 ore in maratona (questo sì epoca pre-covid ottobre 2019) e quelli di Salomon con il campionissimo del trail Kilian Jornet per stabilire il primato mondale sulle 24 ore di corsa sul finire del 2020, è arrivato dal marchio Hoka One One che per lanciare il suo nuovo modello di scarpa Carbon X 2. Il brand statunitense ha pensato bene di ‘mettere su strada’ un pezzo da novanta come Jim Walmsley per battere il nuovo primato mondiale sulla distanza di 100km.

 

Jim è senz’altro attualmente l’ultramaratoneta più forte del mondo, anche se i suoi primati personali sono da primo della classe anche nelle altre classiche distanze: in maratona vanta un 2h15’05” fatto ad Atlanta l’anno scorso nella gara per la selezione olimpica degli Usa. Ancora di tutto rispetto il suo 29’08” sui 10000metri.

Questa volta la strada era lunga e il crono da battere per diventare il più forte di sempre sui 100km era di 6h09’14” di proprietà del giapponese Nao Kazami dal 2018, luogo dell’impresa sempre gli Stati Uniti, precisamente a Phoenix in Arizona su un circuito di circa 11km.

Il cronometro però è stato impietoso, niente record e per soli 12”. Sì, esattamente 12”, circa 50 metri a conti fatti di differenza. Non è bastato a Wamsley essere in linea con i tempi del giapponese per tutta la gara e compiere anche la seconda parte, gli ‘ultimi 50km’ con uno split negativo, ovvero una corsa di 54” più veloce rispetto alla prima parte.

6h09’26” il suo tempo, una cavalcata meravigliosa e imponente quasi in solitaria nonostante in gara vi siano stati alti 39 selezionatissimi ultrarunner insieme a lui. Una media di 3’41” al km, crono impossibile per milioni di amatori nel mondo anche solo da tenere per un singolo chilometro. L’eccezionalità di questa impresa sportiva c’è tutta, è stata una grande e memorabile giornata nonostante il grande brand suo sponsor di calzature non posa festeggiare fino in fondo.

Forse Jim ha perso la sfida quando ha sbattuto contro una transenna che lo ha fatto cadere e sanguinare copiosamente ad una spalla e lui è andato avanti, noncurante del dolore e della ferita. O forse ha perso tempo a causa di un percorso non proprio velocissimo, a giudicare dalla mappa non lineare, troppe curve e addirittura una inversione a U, questo sì, forse si poteva fare meglio.

Alla fine, dopo l’arrivo, sono arrivate come da programma le lacrime. Non di gioia, non ci commozione e felicità ma di delusione e frustrazione nonostante questo suo tempo finale valga anche come record nazionale statunitense avendo cancellato il 6h27’44” fatto da Max King circa sette anni fa.

 

Questi i passaggi cronometrici

5K  18:28

15K 55:31

20K 1:13:54

25K 1:32:15

30K 1:50:31

35K 2:09:32

40K 2:27:22

45K 2:45:55

50K 3:04:15

55K 3:22:29

60K 3:40:37

65K 3:58:53

70K 4:17:02

75K 4:35:06

80K 4:53:35

85K 5:12:06

90K 5:31:16

95K 5:49:55

100k 6:09:26

 

uQuesQ

 


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