Un’araba fenice pronta a spiccare il volo verso la sfera di cristallo. Lo scorso inverno Lisa Vittozzi è rinata dopo anni bui, tornando a graffiare la neve come quando contese la Coppa del Mondo alla regina azzurra del movimento Dorothea Wierer. Quattro medaglie iridate, il trofeo nella specialità dell’individuale e ritrovate ambizioni di classifica generale. La carabiniera sappadina non ha più paura di sognare: il bersaglio grosso è già nel mirino. A Oestersund si comincia domani con le staffette, domenica è già tempo di individuale.
Vittozzi, che cosa rappresenta per lei questa stagione?
«Non vedo l’ora di iniziare. Dopo tanti allenamenti sono stufa di non avere una classifica che mi dica esattamente a che punto sono. Le aspettative sono molto alte, perché ho lavorato tanto negli anni scorsi per arrivare al massimo livello e fare quel passo in più che mi manca per cercare di essere tra le migliori in ogni singola gara».
Ci racconta del periodo buio da cui è uscita lo scorso anno?
«La Coppa del Mondo persa all’ultima gara nel marzo del 2019 mi ha fatto sprofondare. Non tanto in quello specifico momento, ma nel corso della stagione successiva, in cui ero schiacciata da tanta pressione, sola a gestire una situazione più grande di me. Ero molto depressa, sono arrivata a toccare il fondo e sono stati due inverni strazianti, in cui soffrivo tanto, senza mai essere serena né riuscire a staccare un attimo la mente».
Come ne è uscita?
«Sono andata all’Olimpiade di Pechino con la consapevolezza che avrei fatto schifo e così è andata. Però, appena tornata a casa, mi sono sentita come se mi fossi tolta un peso. In quel momento mi sono detta: “O reagisci o reagisci, non ci sono alternative”. Non avrei accettato un altro anno disastroso. Ero già seguita da un mental coach, ma quel click doveva partire da me ed è arrivato soltanto dopo una profonda analisi introspettiva. È un percorso che mi ha fatto maturare: ora sono più consapevole dei miei mezzi e vivo lo sport in maniera diversa».
Qual è l’obiettivo nel mirino?
«Sono di natura molto ambiziosa, per cui punto al massimo. Pur non essendo scaramantica, non lo dico perché sennò il mio sogno non si avvera. So che posso essere una delle pretendenti alla vittoria finale. Comunque non mi focalizzo solo su quello: ci sono tante gare e so che per farlo bisogna fare bene giorno dopo giorno».
È stata scelta come testimonial della partnership tecnica che Salomon ha stretto con il Comitato organizzatore di Milano Cortina 2026. Pensa già all’Olimpiade?
«Al momento la vedo ancora molto lontana, però è un obiettivo a lungo termine. Ci arriverò nel pieno della maturità e mi auguro che la salute mi assista in questi tre inverni».
Come occupa il tempo libero in trasferta?
«Fino a poco tempo fa guardavo valanghe di serie tv, mentre quest’anno mi è balenata in mente l’idea di iscrivermi all’università di Scienze Motorie online, per cui mi dedico allo studio. Qualche altra volta mi concedo qualche partita a carte con il cuoco della squadra Arturo».
Le ruba qualche ricetta visto che lei è appassionata di cucina?
«Ahimè no, perché lui va sempre a occhio, per cui non mi passa nulla. D’estate, quando ho tempo, mi piace molto sperimentare ai fornelli, mentre in questi pochi giorni non ho ancora avuto tempo di preparare nulla. Magari la prossima settimana faccio i waffle o le crepes».