Coronavirus, rallenta l'incremento dei contagi. Ecco il dato che fa sperare

Rassicurante frenata dei casi, che non seguono più il trend del raddoppio giornaliero. Situazione da monitorare per la tenuta degli ospedali
Coronavirus, rallenta l'incremento dei contagi. Ecco il dato che fa sperare© ANSA
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ROMA - E' iniziata, anche se in maniera quasi impercettibile, la frenata dei nuovi casi di Coronavirus. Anche se si contano cifre attorno ai 350 morti e ai 30mila nuovi casi al giorno, sembra che la tendenza al raddoppio costante del numero, avvenuto le settimane precedenti, si sia finalmente arginata. Per rendere evidente la frenata occorre confrontare gli stessi giorni delle settimane precedenti. Negli gli ultimi cinque mercoledì i nuovi casi positivi erano i seguenti: 7 ottobre 3.678, 14 ottobre 7.332, 21 ottobre 15.199, 28 ottobre 24.991, 4 novembre 30.550. Tra il 7 e il 21 ottobre i casi ogni sette giorni raddoppiavano, tra il 21 e il 28 l’incremento è stato del 65 per cento, tra il 28 e oggi del 22 per cento. La frenata è evidente.

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Ad oggi abbiamo meno nuovi casi di sabato scorso, quando si arrivò a 31.758 su 215.866 tamponi, più o meno gli stessi di oggi (211.831). La rilevazione dei positivi si mantiene in percentuale sotto il 15, e la crescita esponenziale si è fermata. Qualora la tendenza si attestasse su questi numeri, potrebbe far presagire una buona riuscita delle precauzioni previste dai vari precedenti Dpcm e dai provvedimenti regionali. Sarebbe stato catastrofico qualora l'andamento fosse stato quello delle prime tre settimane di ottobre, dove si verificava costantemente un raddoppio giornaliero dei numeri. I dati di oggi rendono meno "oscuro" lo scenario, ma comunque anche con i dati odierni ( 30.000-31.000 casi) sarebbero difficilmente sopportabili dal sistema, mandando nuovamente in sofferenza gli ospedali, anche se oggi si è registrato un rallentamento dell’occupazione dei posti di terapia intensiva (ieri più 203, oggi più 67). Quest'ultimo dato però potrebbe non apparire così positivo come sembra: circa 700 morti in due giorni, e poichè il dato delle terapie intensive rappresenta un "saldo" fra entrate e uscite, si rischia che il numero della minore tendenza all'incremento dell'occupazione giornaliera dei posti venga determinata anche da numeri elevati di decessi.


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