Covid, per Calabria e Sardegna niente zona gialla subito: il motivo

L'elenco delle regioni a rischio e le ragioni alla base delle decisioni che saranno prese a breve dagli enti preposti
Covid, per Calabria e Sardegna niente zona gialla subito: il motivo© ANSA
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È forte il rischio di un ritorno in zona gialla per diversi territori italiani. La prima regione dovrebbe essere la Sicilia, probabilmente già da lunedì 23 agosto stando agli ultimi dati su ricoveri e terapie intensive. Le altre regioni più attenzionate sembrano Calabria e Sardegna, ma entrambe non dovrebbero perdere la zona bianca a breve o almeno non già dalla prossima settimana. Da tenere d’occhio, sempre per il futuro, ci sono anche altri territori: la Basilicata ha il 10% di ricoveri (ma intensive quasi vuote), la Campania ha il 9% di ricoveri, l’Emilia-Romagna ha entrambi i valori al 6%, il Lazio ha il 7% di occupazione in rianimazione e l’8% in area medica, la Toscana e l’Umbria hanno visto aumentare notevolmente ricoveri e terapie intensive (con valori fino al 7%). Perché queste Regioni e, soprattutto, Calabria e Sardegna non dovrebbero passare subito in zona gialla? Ecco cosa prevede il decreto.

Cosa prevede il decreto

Il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla avviene, stando agli ultimi parametri fissati dal decreto del 23 luglio, quando si supera l’incidenza dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, si oltrepassa il 10% di posti letto occupati in terapia intensiva e il 15% di ricoveri in area medica. Nel decreto si ricorda che la zona bianca è prevista se si ha un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti o, se questa incidenza viene superata, nel caso in cui si verifichi una di queste due condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva sia “uguale o inferiore al 10% di quelli comunicati alla cabina di regia”, aggiornabili con cadenza mensile “sulla base di posti letto aggiuntivi”; o il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sia “uguale o inferiore al 15%”. Le Regioni più a rischio dopo la Sicilia sono Calabria e Sardegna. La Calabria ha un’incidenza, con dati Agenas aggiornati al 15 agosto, che si attesta a 81,36 casi settimanali ogni 100mila abitanti. I dati sulle ospedalizzazioni sono invece riferiti al 17 agosto: l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva è del 7% (con un +3% nell’ultima giornata), i ricoveri in area medica sono stabili al 14%. Il trend, quindi, è in crescita. Diversa, invece, la situazione in Sardegna: è stata la prima Regione a superare la soglia delle terapie intensive ma ora è tornata al di sotto del limite: si attesta al 9% dei posti letto occupati, con il 2% in meno rispetto al giorno precedente. Per i ricoveri, invece, si segnala un aumento dell’1% e l’occupazione del 10% dei posti letto disponibili.

Questione di tempistiche

La decisione sul passaggio in zona gialla viene presa il venerdì, durante la cabina di regia tra l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute. Ma vanno tenute d’occhio alcune date, partendo da quanto riportato nel monitoraggio della scorsa settimana. Il primo dato è quello sull’incidenza, che fa riferimento al 12 agosto, quindi giovedì ma che comunque non fa la differenza, considerando che in quasi tutte le Regioni la soglia viene abbondantemente oltrepassata. Il secondo dato è quello sull’occupazione dei posti letto in area medica: il valore comunicato alla cabina di regia si riferisce al 10 agosto, quindi al martedì. Se così fosse anche questa settimana (molto probabile), bisognerebbe quindi far riferimento ai dati del 17 agosto, ovvero quelli già forniti da Agenas. Stesso discorso dovrebbe valere, anche se in questo caso non viene specificato, per l’occupazione delle terapie intensive. Proprio per questo motivo Calabria e Sardegna non dovrebbero correre rischi per la prossima settimana, avendo valori per i ricoveri inferiori alla soglia limite ed essendo i dati da considerare quelli del 17 agosto.


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