Angela, se ne va l’amico della scienza

Aveva 93 anni: era nato a Torino, tifava Juve e aveva giocato ala. Una vita tra radio e televisione: Quark e Superquark i programmi storici
Angela, se ne va l’amico della scienza© LAPRESSE
Francesca Fanelli
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ROMA - Il modo migliore è non separarsene. Come si farebbe con un amico caro, forse il migliore, quello che ascolteresti per ore senza annoiarti mai, sempre un passo accanto a lui. La notizia è secca, sui social. “Buon viaggio papà”, e la mattina diventa improvvisamente diversa quando Alberto Angela, il figlio divulgatore che cammina sulle orme del padre, lo annuncia, doloroso soprattutto per lui, ma anche per tutti noi cresciuti a “pane e Quark o Superquark”. Ci lascia Piero Angela, novantatré anni, nato a Torino nel 1928 e cittadino eccellente d’Italia, una vita e una storia dedicate alla scienza e alla conoscenza. Giornalista prima alla radio e poi uomo di Televisione Rai, una tivù bella e indimenticabile. Ci ha spiegato tali e tante cose che l’elenco potrebbe essere infinito a ripensarle tutte, le sue pillole di sapere, i globuli bianchi giganti, i suoi viaggi attorno all’uomo e al mondo sono diventati palestra e scuola di vita. Il suo era un metodo vero come la sua eredità vivente: «È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio». È come se lui avesse previsto tutto, il più lucido fra noi.

A Piero Angela sarà intitolato un luogo della città di Cosenza

Programmi, inchieste, approfondimenti, dodici lauree honoris causa, tanti libri, medaglia d’oro della cultura italiana, le onorificenze di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimenti in Italia e all’estero: Piero Angela non ha mai perso la curiosità e il gusto del racconto. Anche nelle sue ultime parole di addio dal pubblico, affidate ai profili social di Superquark, emerge il suo essere oltre, preparato alla morte (“Una seccatura», la definiva). “Cari amici - ha scritto - mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana...». Ha portato la passione per la scienza nelle case degli italiani. Aveva iniziato da cronista radiofonico, poi inviato e conduttore del Tg2, inventore di programmi cult. In mezzo a tutto questo anche il calcio di cui aveva parlato in tv: tifava Juve, aveva giocato ala destra («Ero veloce, un numero sette», aveva detto in una intervista anni fa), ammirava i portieri bianconeri da Tacconi a Buffon («Ha saputo piangere nei momenti difficili, mi ha molto commosso», aveva confessato). Non aveva amato la scuola ai suoi tempi e, forse per questo, ha speso una vita intera a insegnare giocando, in modo leggero, ed è stata questa la chiave del suo successo. Da piccolo uno dei volumi preferiti della sua enciclopedia era quello dei “Perché”. Non a caso. Anche le cose più complicate diventavano semplici se raccontate da lui. Cercate su YouTube o su RaiPlay, troverete un universo e vi riconcilierete con il mondo.

Tutti hanno avuto un pensiero per lui. Ieri è stato così, un fiume in piena, e lui sarebbe stato contento. Allo stadio del Nuoto a Roma dove sono in corso gli Europei, lo hanno applaudito pochi minuti prima dell’inizio delle finali sulle note di Bach, sigla dei suoi programmi storici. «L’Italia è profondamente grata a Piero Angela. È stato maestro della divulgazione scientifica, capace di entrare nelle case di generazioni di italiani con intelligenza, garbo, simpatia... Il suo impegno civile contro le pseudoscienze è stato un presidio fondamentale per il bene comune, ha reso l’Italia un Paese migliore», parole del premier Mario Draghi. E il presidente Sergio Mattarella: «Scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente». La scienza, la musica, gli scacchi, la spiegazione del mistero, la lotta contro i pregiudizi. Piero Angela è stato tante cose, ha saputo stare dalla parte dei diritti in modo semplice. A Firenze gli dedicheranno una scuola “per ricordare la sua grande sensibilità divulgativa che ha formato intere generazioni di donne e di uomini”. Martedì 16, dalle 11.30, in Campidoglio a Roma la camera ardente, a cui seguirà il funerale laico. E non basteranno le parole per ricordarlo. Lui le avrebbe trovate perché è stato e resterà un uomo avanti.


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