Formazione del nuovo Governo: cosa succede dopo la vittoria di Giorgia Meloni

Fratelli d'Italia ha trainato il centrodestra conquistando la maggioranza dei voti: le tappe e i tempi per la formazione del nuovo esecutivo
Formazione del nuovo Governo: cosa succede dopo la vittoria di Giorgia Meloni© LAPRESSE
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Dal rinnovo del Parlamento è uscita vittoriosa la coalizione di centrodestra che vede come prima forza politica Fratelli d'Italia con oltre il 26% delle preferenze. Giorgia Meloni potrebbe quindi diventare la prima donna premier in Italia. Prima di arrivare alla formazione del nuovo esecutivo passerà qualche settimana.

Le tappe

Dopo le elezioni, infatti, si attende qualche giorno per la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali presso le Corti d'appello. Per il 13 ottobre è fissata la prima riunione die nuovi deputati e senatori, durante la quale si proclamano gli eletti e si procede alle elezioni dei presidenti di Camera e Senato. A Palazzo Madama si definisce tutto  entro il quarto scrutinio: primo e secondo voto sono a maggioranza assoluta dei componenti, il terzo voto è a maggioranza assoluta dei senatori presenti. Se nessuno raggiunge nemmeno questa maggioranza, si procede al ballottaggio. Cosa diversa è alla Camera dove al primo scrutinio servono i due terzi dei componenti, al secondo e terzo voto il quorum si abbassa a due terzi dei votanti, dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti e si procede a oltranza.

Le consultazioni, la formazione del nuovo Governo, il conferimento dell'incarico

Poi si passa alle consultazioni.  Il 17-18 ottobre il Presidente della Repubblica convoca gli ex presidenti della Repubblica, poi i due presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento, quindi è la volta dei i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader dei partiti. La fase successiva è quella della formazione del nuovo Governo. Se il risultato è chiaro le consultazioni sono veloci, si concludono con l'incarico a un presidente del Consiglio, solitamente entro poche ore dalla conclusione. Se il risultato dovesse incerto ci saranno più giri di consultazioni. Si potranno dare incarichi esplorativi, solitamente ai presidenti delle Camere, o preincarichi a esponenti di spicco istituzionali. Dopo il conferimento dell'incarico da parte del Presidente della Repubblica al presidente del Consiglio, questi solitamente accetta con riserva e conduce sue 'consultazioni' con i partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Si comincia a formare un programma e a stilare una lista di ministri.  

Lo scioglimento della riserva, il giuramento del nuovo Governo

Si ha poi lo scioglimento della riserva. Se le consultazioni del premier incaricato hanno esito positivo, questo torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. Ques'ultimo leggerà la lista dei ministri, nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, ai sensi dell’articolo 92. La tappa successiva è quella del giuramento del Governo. l giorno dopo o anche poche ore dopo lo scioglimento della riserva, il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica.  La cerimonia della campanella rappresenta il passaggio di consegne tra il premier uscente e quello entrante. Il nuovo premier riunisce per la prima volta il Consiglio dei ministri durante il quale si nomina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio. Il governo entra ufficialmente in carica e può cominciare a varare decreti-legge e disegni di legge, gli strumenti principali della sua attività. Dopo il giuramento, il premier si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia. Anche senza fiducia il governo però è già ufficialmente operativo: questo significa che il premier può già presenziare ai vertici internazionali. Una volta ottenuta la fiducia, il governo è pienamente operativo.

Elezioni Politiche 2022: i risultati 

Secondo i dati parziali e in evoluzione del Viminale, il centrodestra raccoglie la maggioranza dei voti sia alla Camera che al SenatoHa votato solo il 63,91% degli aventi diritto. Al Senato, quando sono state scrutinate 60.161 sezioni su 60.399, il centrodestra è al 44,1%. Fratelli d'Italia è primo con il 26,06%, poi la Lega con l'8,88%, FI con l'8,28% e Noi moderati con lo 0,89%. Il centrosinistra è al 26%. Il Pd è al 18,97%, Alleanza Verdi e Sinistra al 3,53%, +Europa al 2,94% e Impegno Civico allo 0,56%. Il M5s è al 15,5%. Il Terzo Polo è invece al 7,73%. Italexit all'1,8%, Unione popolare all'1,35% e Italia Sovrana e Popolare all'1,12%. Alla Camera, quando sono state scrutinate 61.217 sezioni su 61.417, è davanti il centrodestra con il 43,84%. Fratelli d'Italia è al 26,03%, poi Lega all'8,78%, FI all'8,11% e Noi moderati allo 0,91%. Il centrosinistra raggiunge il 26,14%. Il Pd è al 19,08%, Alleanza Verdi e Sinistra al 3,63%, + Europa al 2,83% e Impegno Civico allo 0,6%. Il M5s raccoglie il 15,4% e il Terzo Polo il 7,77%. Italexit arriva all'1,9%, Unione Popolare all'1,43% e Italia Sovrana e popolare all'1,24%.


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