Gianni Minà è morto: lutto nel mondo del giornalismo

Addio al giornalista e conduttore: l'annuncio è arrivato via Facebook
Gianni Minà è morto: lutto nel mondo del giornalismo© Ansa
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È morto Gianni Minà, aveva 84 anni. "Ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità": è l'annuncio apparso sul profilo Facebook del giornalista e conduttore. Era sposato da tempo con Loredana Macchietti, regista, sceneggiatrice e produttrice. La coppia ha avuto due figlie.

Chi era Gianni Minà: la carriera

Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà era figlio di una maestra elementare e di un avvocato. Ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 a Tuttosport, mentre l'anno successivo ha debuttato in Rai dove ha realizzato centinaia di reportage, ha ideato e presentato programmi tv e documentari. Nel 1965 era approdato a Sprint - rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson - dove si era occupato di inchieste per numerosi programmi (Tv7, AZ un fatto come e perché, Dribbling, Odeon.Tutto quanto fa spettacolo, Gulliver). Dal 1981 al 1984 ha debuttato come conduttore di Blitz su Rai 2, di cui era pure autore. Era famoso soprattutto per le sue interviste con grandi personaggi, la più nota è quella del 1987 a Fidel Castro, ma anche al Dalai Lama a Federico Fellini, a Jane Fonda, a Franco Battiato, a Massimo Troisi e Pino Daniele.

Gianni Minà e la passione per lo sport

Gianni Minà ha seguito otto mondiali di calcio, sette Olimpiadi e decine di campionati di pugilato. Fortissimo il rapporto con Diego Armando Maradona e Pelè. Iconica, tra le tante, resta la foto che lo ritrae gioioso a cena a Roma con Muhammad Ali, Sergio Leone, Robert De Niro e Gabriel García Marquez. Ha collaborato con moltissimi quotidiani da Repubblica all'Unità, dal Corriere della Sera al Manifesto. È stato in più un prolifico scrittore: dal Il racconto di Fidel del 1988 a Non sarò mai un uomo comune del 2021. Nel 1981 il Presidente Pertini gli ha consegnato il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi.

Gianni Minà e il rapporto con Maradona

Gianni Minà è stato un grande amico di Diego Armando Maradona. Il primo incontro tra i due è raccontato nell'autobiografia del giornalista Storia di un boxeur latino, uscita nel 2020. "Avevo spiegato al suo responsabile stampa che volevo parlare con lui non di tattiche ma della vita, di quello in cui credeva, senza pettegolezzi", raccontò Minà nel libro a proposito del primo incontro con El Pibe de Oro. "Maradona aveva apprezzato il mio tentativo di capire, con discrezione ma senza reticenze. Avevo scoperto che era molto più intelligente di come veniva dipinto. Era informato, attento. Leggeva i giornali, non gli sfuggiva nulla. Durante la sua carriera, ma soprattutto dopo, si era sempre lasciato filmare anche nei momenti più difficili e dolorosi, senza negarsi mai. Così avevo scoperto che era un uomo complesso e contraddittorio, ma mai un ipocrita. A suo modo fin troppo generoso. Insomma ha fatto del male solo a se stesso. Per tutti noi giornalisti, con le sue gesta sportive, è stato una benedizione degli occhi e del cuore". In virtù di questa amicizia, Maradona decise di parlare solo con Minà quando fu squalificato ai mondiali di USA '94.


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