Michele Merlo, due anni dalla morte: i genitori costretti a cambiare città

Il padre e la madre del cantante di Amici hanno dovuto lasciare la cittadina di Rosà, in provincia di Vicenza
Michele Merlo, due anni dalla morte: i genitori costretti a cambiare città
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Sono passati due anni dalla morte di Michele Merlo, il cantante di Amici stroncato da una leucemia fulminante. Il padre dell'artista, Domenico, ha fatto sapere in un'intervista rilasciata al Corriere del Veneto che è stato costretto con la moglie a lasciare la cittadina di Rosà, in provicina di Vicenza. "Non pensavamo di arrivare a sentire ostile il paese in cui abbiamo sempre vissuto. Abbiamo preferito andarcene. Rosà non è più casa nostra", ha spiegato. A quanto pare nessun supporto né dai concittadini né dalla sindaca Elena Mezzalira. "Ci ha detto persino di vergognarci, perché forse pensa che il nostro sia un accanimento contro il medico del paese. Ma non è affatto così", ha assicurato il padre di Mike Bird (questo il nome d'arte di Michele nel talent show di Maria De Filippi). 

La famiglia di Michele Merlo costretto a lasciare Rosà

Stando a quanto affermato dal padre di Michele, la famiglia Merlo sarebbe stata additata solo perché ha chiesto di chiarire le responsabilità del medico del paese, Vitaliano Pantaleo, indagato per il decesso del musicista. "Ci hanno tacciato di essere cattive persone perché avremmo tentato di attribuire colpe al medico del paese ma ci sono le relazioni di quattro medici legali a testimoniare che nei confronti di nostro figlio c’è stata una negligenza, un errore. - ha detto il signor Domenico - Non vogliamo la testa di nessuno e tanto meno cerchiamo vendetta. Non abbiamo nessuna intenzione di accanirci contro un medico, un professionista stimato da tutti e che peraltro è ancora il mio medico. Tutti, però, sappiamo che due anni fa bastava prescrivere un emocromo per individuare subito la patologia che ha ucciso Michele".

Come è morto Michele Merlo, il cantante di Amici

Era il 6 giugno del 2021 quando Michele Merlo, 28 anni, fu ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore di Bologna dopo essere stato colpito da un'emorragia cerebrale. A scatenarla una leucemia fulminante. Pur sottoposto a un delicato intervento chirurgico, il giovane morì. "Sto facendo una battaglia perché vengano accertate ed eventualmente riconosciute le responsabilità legate al decesso di mio figlio e in paese mi sento accusare del fatto di voler rovinare la reputazione dei medici. E, per lo stesso motivo, sono stato anche criticato pesantemente dall'Amministrazione comunale. Sono profondamente dispiaciuto, soprattutto perché il vicesindaco Paolo Bordignon è pure mio amico", ha detto il padre di Mike.


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