Riaprire l'Italia dopo Pasqua: tutte le ipotesi e il piano del Governo

Conte e il Comitato tecnico scientifico sono al lavoro per capire come muoversi qualora il calo dei contagi continuasse. In ogni caso, la parole d'ordine è la gradualità
Riaprire l'Italia dopo Pasqua: tutte le ipotesi e il piano del Governo© LAPRESSE
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Anche se i dati comunicati dalla Protezione Civile sembrano registrare un lieve momento di flessione in Italia, l'emergenza Coronavirus continua ad essere tragica. Le misure di forte restrizione prese dal Governo continueranno a rimanere in vigore almeno fino a Pasqua, fino al 12 aprile. Agli italiani, dunque, sono ancora richiesti i grandi sacrifici di questi tempi, con ogni attività chiusa (ad eccezione di quelle strategiche) e con l'obbligo di restare in casa. Se poi l'andamento dei contagi dovesse confermarsi in ribasso, allora la riapertura di alcune attività e l'allentamento delle misure limitative potranno essere pensate come possibilità, ma con gradualità.

Il piano del Governo dopo Pasqua

La prima ipotesi per tornare un minimo alla normalità sarà quella della ripresa delle imprese non strategiche. Il Governo sa bene che le restrizioni necessarie prese in campo produttivo sono quelle che più flagellano l'Italia sotto il punto di vista economico: pensare al rientro cadenzato in base all’età, alla valutazione, quasi caso per caso, delle filiere produttive e dei posti di lavoro dove si potrà rispettare il distanziamento sociale è tra le priorità di Conte e del Comitato tecnico scientifico che consiglia il premier. Insomma, rimettersi in marcia il prima possibile è l'imperativo ma farlo con cautela e in modo graduale è d'obbligo. Il ritorno alla normalità non potrà ovviamente avvenire da un giorno all'altro e in maniera immediata. Se l'emergenza man mano calerà, sicuramente ci si muoverà di conseguenza evitando però atteggiamenti precipitosi.

Scuole, università, ristoranti e concerti

Per le scuole e le università il discorso è più complicato, lì il distanziamento sociale non è possibile. In generale, nei luoghi dove c'è più rischio di contagio e dove gli assembramenti sono impossibili da evitare, per esempio nei bar, nei ristoranti e ai concerti, tutto procederà più lentamente.


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