"Coronavirus, la cura del gatto potrà salvare l'uomo"

Arriva dall'Università di Camerino un protocollo innovativo che potrebbe aprire "incoraggianti scenari per la cura del Covid-19"
"Coronavirus, la cura del gatto potrà salvare l'uomo"© LAPRESSE
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CAMERINO (MACERATA) - Arriva dall'Università di Camerino un protocollo di cura innovativo per il coronavirus, realizzato dal gruppo di ricerca coordinato dal prof. Giacomo Rossi, medico veterinario della Scuola di Bioscienze e Medicina veterinaria, che potrebbe aprire "incoraggianti scenari per la cura del Covid-19" dicono in Ateneo. Il protocollo parte dagli studi di Rossi sul coronavirus del gatto, FeCoV, che provoca una patologia molto grave, per lo più ad esito mortale, di cui non esiste un protocollo terapeutico o un vaccino efficace-protettivo. Il brevetto è stato acquisito dall'imprenditore e scienziato italo-canadese Francesco Bellini, cofondatore della società canadese Biochem Pharma e presidente, tra le altre, della ViroChem Pharma, nonché membro del consiglio di amministrazione di Montreal Heart Institute Foundation e Canada Science Technology & Innovation Council.

Coronavirus, la cura innovativa

Il brevetto è stato depositato negli Usa, a Washington, ed è già in fase di valutazione in vari nosocomi statunitensi e canadesi per una rapida applicazione. Il gruppo di ricerca si è accorto di una particolarità di Covid-19: il virus presenta un numero maggiore di legami con i siti di glicosilazione del recettore ACE2 cellulare (il recettore che Covid-19 utilizza per entrare nelle cellule del polmone, dell'apparato digerente e del tratto genito-urinario dell'uomo). "I siti di glicosilazione - spiega il prof. Rossi - sono delle aree in cui delle molecole di zucchero semplice si legano ad una proteina ancorata sulla membrana cellulare. Ho notato che tutti questi siti di glicosilazione sono costantemente legati all'ultimo amminoacido della proteina di membrana, che è l'aminoacido Asparagina. Da qui l'idea di utilizzare un vecchio farmaco, ben noto presso gli oncologi che lo usano nella terapia della leucemia acuta dei bambini, la L-Asparaginasi, enzima che eliminando l'aminoacido Asparagina 'taglia' di fatto il legame dello spike virale con il suo specifico recettore cellulare, bloccando l'infezione". "Questo farmaco - conclude Rossi - unito alla già nota Clorochina, che funziona bloccando l'ingresso del virus nella cellula, e all'Eparina, che previene il danno acuto vascolare indotto dalla tempesta dell'infiammazione causata dal virus, e quindi la trombosi secondaria, copre in maniera completa infezione ed effetti dell'infezione sull'uomo".


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