Conte: "L'Italia è stata lasciata sola. La Germania? Opera da freno per l'Europa"

Così il presidente del Consiglio dei ministri: "Apprezzo le scuse dell'Ue, ma troppi Paesi hanno guardato solo ai propri interessi". Sul Mes: "Ha una brutta fama, non dimentichiamoci di cosa accadde in Grecia"
Conte: "L'Italia è stata lasciata sola. La Germania? Opera da freno per l'Europa"© EPA
5 min

BERLINO (Germania) - "L'Ue ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco" nella risposta alla crisi economica generata dal Coronavirus, "nello specifico attraverso l'emissione di titoli comuni". Lo dice il premier Giuseppe Conte in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung. Il presidente del Consiglio sottolinea che "viviamo il più grande shock dalla guerra" e "a questo anche l'Europa deve dare una risposta". Molti Paesi europei hanno guardato finora soltanto ai propri vantaggi, la Germania ha "un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell'Ue" e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da "freno per l'Europa". Il Mes, poi, in Italia ha una cattiva fama: "Non abbiamo dimenticato che ai greci, nell'ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti. Anche io sono fondamentalmente scettico sul Mes", che aggiunge "È indiscutibile: l'Italia è stata lasciata sola".

Conte: "Apprezzo le scuse dell'Ue"

"Anche Ursula von der Leyen si è scusata per questo a nome dell'Unione Europea, nell'Europarlamento. Devo dire che ho molto apprezzato questo gesto", afferma il presidente del Consiglio. Alla domanda se il premier sia contrario, anche dopo che l'eurogruppo ha dato il via libera a nuovi crediti senza vincoli, Conte risponde: "Vedremo se davvero la nuova linea di credito sarà senza condizioni. I nazionalismi danneggiano l'Europa più o meno con la stessa forza del finto europeismo. Quello che serve è un europeismo critico, ma costruttivo. Viviamo un momento storico che ha bisogno di un salto di qualità politico. Io la vedo proprio come Emmanuel Macron: noi siamo entrambi convinti che in gioco ci sia il progetto politico europeo. Non sto parlando soltanto delle prossime elezioni, ma dell'idea dell'Europa". La crescente sfiducia degli italiani nell'Ue "nasce dal fatto che ci sentiamo abbandonati proprio dai Paesi che traggono vantaggi da questa Unione. Prendiamo l'esempio dell'Olanda, che con il suo dumping fiscale attrae migliaia di multinazionali, che trasferiscono lì la propria sede, ed ottengono un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell'Unione: 9 miliardi di euro ogni anno, come riporta un'analisi di Tax Justice Network", afferma Conte. "Le nostre economie sono interconnesse. Se un Paese va in difficoltà si crea un effetto domino che va evitato a tutti i costi", afferma Conte.

Conte: "Italia spendacciona? Luogo comune che fa ridere"

"Qui serve tutta la potenza di fuoco dell'Unione Europea attraverso l'emissione di titoli comuni che consentano a tutti i Paesi di finanziare in maniera equa e adeguata i costi di questa crisi. Non si tratta di mutualizzare il debito passato o futuro, ma solo di finanziare tutti insieme questo sforzo straordinario". Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha avuto oggi una conversazione telefonica con la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, incentrata sulla risposta europea alle conseguenze sociali ed economiche dell'emergenza da Covid-19. Lo rende noto Palazzo Chigi. La telefonata avviene alla vigilia del Consiglio europeo in programma giovedì 23. "Alcuni luoghi comuni mi fanno sorridere, altri non li trovo affatto divertenti. Tra questi quello di uno Stato spendaccione. A questo riguardo, sottolineo che negli ultimi ventidue anni, ad esclusione del 2009, l'Italia ha registrato un avanzo primario. Questo significa che i governi italiani hanno sempre speso meno di quanto incassato. Il nostro deficit è dovuto alle somme pagate per gli interessi sul debito che abbiamo ereditato dal passato dai tempi della Lira. Quindi, non solo lo Stato italiano non è spendaccione, ma rispetta i criteri europei sul deficit", afferma.

Conte: "Ci si dimentica che l'Italia è un contributore netto dell'Ue"

"Invece del 2,2 per cento del Pil che era stato concordato, abbiamo realizzato l'1,6 per cento - spiega Conte -. E onoriamo sempre regolarmente i nostri debiti. Gli addetti ai lavori sanno bene che l'Italia è un pagatore molto affidabile, direi eccellente. L'Italia è anche, come la Germania, un contributore netto nell'Ue, anche se questo viene spesso dimenticato", aggiunge. "Adesso viene sostenuto che gli italiani vorrebbero soltanto che gli altri Stati pagassero i loro debiti. Questa illazione non è soltanto sbagliata, ma è sconcertante. La storia dimostra il contrario: ogni volta che si è trattato di aiutare a rimettere in piedi Paesi ridotti in rovine da eventi epocali, l'Italia è sempre stata in prima linea: per esempio dopo la Seconda guerra mondiale. In quel caso non solo prestammo solidarietà, ma aiutammo a generare una visione del futuro: alla fine nacque il progetto europeo. Anche adesso - conclude il premier - che ci troviamo tutti colpiti da un evento rispetto al quale nessuno può fare qualcosa, c'è bisogno di solidarietà gli uni con gli altri".


© RIPRODUZIONE RISERVATA