Coronavirus fase 2, la guida: le date delle riaperture

Il nuovo decreto probabilmente arriverà domani. Dal 4 si riparte gradualmente. Ma per gli stadi pieni se ne riparla a gennaio
Coronavirus fase 2, la guida: le date delle riaperture© LAPRESSE
Marco Evangelisti
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Supponiamo che vada tutto bene, salvo ovviamente ciò che è già andato malissimo. Che si trovi la formula sicura per tornare prima a fare sport e ad allenarsi, che la malattia molli la presa abbastanza da consentire alla nostra vita di normalizzarsi e che il nuovo mondo non sia così contagioso da costringerci a fermarci di nuovo e a piangere altre perdite umane. E supponiamo che le date, ottimistiche quanto volete, previste dal calcio per la fase finale di questa stagione trovino riscontro nella realtà. Comunque gli stadi non riapriranno, se non a chi deve giocare e alle persone indispensabili a una partita, trecento scarse in tutto.

Naturalmente il prossimo decreto che sancirà l’allentamento del lockdown italiano e che arriverà tra oggi e domani - più probabilmente domani: ci sono diverse questioni da mettere a punto, non proprio dettagli - scandirà i tempi della prima fase della seconda fase, quindi sarà già tanto se confermerà il 4 maggio come data del riavvio degli allenamenti individuali. Nessuna possibilità di indicare una prospettiva per il ritorno del pubblico. Chiaro che tutto dipende dagli sviluppi della pandemia e della ricerca medica. Tuttavia il problema non viene ignorato dal ministero dello sport e dal governo in generale. Perché è parecchio complicato. Come quello dei cinema, dei teatri e degli altri luoghi della cultura. Anzi, di più: anche se si riduce il numero di posti allo stadio per assicurare il distanziamento, come si possono gestire gli assembramenti e le code tipici degli eventi sportivi?

Per questo al momento la riapertura degli stadi al pubblico è stata messa nello stesso scaffale di quelle che riguardano, appunto, cinema e teatri: uno scaffale etichettato con indicazioni vaghe. Mentre però per i cinema la possibilità di trovare una corsia veloce esiste, per i teatri si parla del prossimo gennaio come periodo indicativo. Gli stadi, sempre se tutto va bene, potrebbero seguire la medesima linea: fine di quest’anno, inizio del prossimo. Se poi va ancora meglio del previsto e il virus viene sconfitto prima, tanto di guadagnato.

Ciò che il decreto in facitura conterrà, come potrete leggere nel dettaglio in altra parte del giornale, è il via libera agli allenamenti individuali dei professionisti nei centri sportivi dal 4 maggio. E un po’ di scioglimento di briglie per gli atleti amatoriali che praticano discipline individuali: ancora da definire la riapertura dei parchi e dei giardini pubblici, ma oltre a passeggiare e a lasciare la propria abitazione e persino ad andare a cena da amici in piccoli gruppi si potrà correre senza più osservare il limite dei duecento metri dalla propria abitazione. Anzi, la scelta della bici come mezzo di trasporto dovrebbe essere raccomandato. Vedremo poi come verrà regolamentato l’uso della mascherina. Sarà un allentamento delle misure di contenimento prudente e graduale - peraltro lo stato di emergenza nel testo del decreto di fine marzo dura fino al 31 luglio - però genuino. Lunedì 4 maggio oltre alla riapertura agli spostamenti all’interno della propria regione, si spera senza autocertificazioni da scribacchiare (c’è chi preferirebbe mantenerle per un paio di ulteriori settimane), ripartiranno alcune attività considerate non essenziali come moda e industria tessile. E’ possibile che qualcosa, tipo i cantieri d’interesse pubblico, riprenda a operare già la prossima settimana. L’11 maggio dovrebbe toccare ai negozi, a patto che si siano organizzati in maniera da tenere i clienti distanti l’uno dall’altro (anche qui, non addoloriamoci troppo se la data slitterà di una settimana), e i ristoranti potranno riprendere a vendere cibo da asporto. Il 18 maggio apertura per i siti archeologici e pure per musei e biblioteche che dispongano di abbastanza spazio da garantire una distanza di due metri tra un visitatore e l’altro. Il resto, compresi bar e ristoranti, si vedrà: diciamo che apriranno entro la fine di maggio. Se da qualche parte i contagi ripartissero, si tornerà a chiudere questo e quello su base locale. Le mascherine, assicurano le autorità, ci saranno: si arriverà a una produzione di 25 milioni al giorno. Ci saranno anche termoscanner per la rilevazione della temperatura in tutti gli aeroporti e in tutte le stazioni ferroviarie. E speriamo di uscirne oltre che di uscire. 


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