Coronavirus, svolta per il vaccino: scoperto un anticorpo promettente

Selezionato dal sangue di un paziente affetto dal virus SARS del 2003, l'S309, come è stato battezzato, avrebbe un'ampia attività neutralizzante contro più sarbecovirus tra cui SARS-CoV-2
Coronavirus, svolta per il vaccino: scoperto un anticorpo promettente© LAPRESSE
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ROMA - Un team svizzero-americano ha scoperto un anticorpo "promettente" contro il nuovo Coronavirus. Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica Nature si tratterebbe di una scoperta relativa alla ricerca sull'epidemia di SARS del 2003. Questo "anticorpo monoclonale umano" è stato selezionato dal sangue di un paziente affetto dal virus SARS, "cugino" dell'attuale SARS-CoV-2 all'origine della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo.

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Ecco l'anticorpo che fa sperare

Questo anticorpo neutralizzante, secondo quanto si legge su Nature, "sostiene la promessa di essere un antidoto efficace per limitare la pandemia di COVID-19". Il team di lavoro, composto principalmente da ricercatori della biotecnologia svizzera Humabs Biomed (filiale dell'American Vir Biotechnology) e dell'Università americana di Washington a Seattle (ovest), è riuscito a selezionare un anticorpo monoclonale che mostra "un'ampia attività neutralizzante contro più sarbecovirus tra cui SARS-CoV-2". I sarbecovirus costituiscono una categoria di Coronavirus che includono SARS-CoV-2 dell'attuale pandemia e il virus responsabile dell'epidemia di SARS tra il 2002 e il 2004. L'anticorpo monoclonale umano battezzato "S309" è stato selezionato tra altri 25 anticorpi raccolti nel 2004 e poi nel 2013 nel sangue dello stesso paziente che soffriva di SARS.

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Potere neutralizzante migliorato con altri due anticorpi

Il team assistito per parte del lavoro dall'Unità di virologia strutturale (Institut Pasteur / CNRS) ha anche scoperto che un cocktail che combinava S309 con altri due anticorpi, aveva un "potere neutralizzante migliorato" rispetto all'uso solo dell'S309. Secondo quanto affermato dai ricercatori, tale uso combinato potrebbe "mitigare il rischio" dell'emergere di resistenza virale contro questo tipo di trattamento.


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