Il virologo Bassetti: "Il virus ha un potere ridotto, è un dato di fatto"

Il professore del San Martino di Genova si schiera dalla parte di Zangrillo: “Adesso saremo più capaci a difenderci. Tifosi allo stadio? Se riaprono cinema e teatri…”
Il virologo Bassetti: "Il virus ha un potere ridotto, è un dato di fatto"© ANSA
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"Condivido le parole di Zangrillo. La cosa più importante è che l'osservazione clinica, di chi non è seduto in scrivania ma è sul campo, dice che i malati sono diminuiti. Poi perché se sia successo perché il virus abbia perso carica virale o perché l'organismo si sia adattato sono tutte ragioni valide e che dovranno essere dimostrate. Il dato di fatto è però un'evidenza clinica, il virus si è indebolito, chi la critica dovrebbe farsi un giro nei nostri ospedali”. Anche Matteo Bassetti, virologo del San Martino di Genova, si “schiera” dalla parte del professor Zangrillo che nei giorni scorsi aveva parlato di “Coronavirus clinicamente inesistente”. “La Liguria ha avuto un piccolo cluster in una RSA - ha aggiunto il prof. Bassetti a Radio Marte -. Le persone che ricoveravo settimane fa erano già morte, oggi mi chiedono quando tornano a casa. I coronavirus del passato sono diventate poi forme influenzali. Io non voglio dare false speranze però potrebbe anche darsi che questo virus si sia adattato all'ospite e adesso saremo più capaci di difenderci. Non mi è piaciuta l'aggressione nei confronti di Zangrillo, perché ripeto: questa è la sensazione di chi fa il medico”.

Bufera sulle parole di Zangrillo

Sulla presenza dei tifosi allo stadio

Senza calcio, in questi tre mesi, i tifosi hanno riversato le loro preferenze sui virologi e così si schierano. Tifosi allo stadio? Questo non lo so, però è evidente che se riaprono cinema e teatri, con i distanziamenti necessari potrebbero riaprire anche gli stadi, ovviamente con le giuste misure. In Italia alcuni stadi hanno la possibilità di fare distanziamento vero. Spero e mi auguro che arrivi presto una normalità, c'è bisogno di tornare a parlare di altre cose che non siano il COVID-19 e il calcio è una di questa, non possiamo parlare solo di ricoverati e di morti”.

“Coronavirus, circolazione minima”

Apertura regioni? Francamente ho condiviso poco la loro chiusura e condivido ancora meno il tenerle chiuse. Anche perché i numeri sono veramente minimi. Oggi stiamo facendo i tamponi nelle RSA e nelle strutture sanitarie e nonostante tutto meno di una persona mediamente ha il coronavirus. La circolazione del virus ora è veramente minima. Con tutte le misure, certo, ma l'Italia deve tornare a essere un Paese. Patente immunologica? Non scherziamo. Demonizzare la movida? Non è giusto, è arrivato il momento di dire che bisogna fare un applauso agli italiani, i nostri ragazzi si sono chiusi in casa, la gente ha seguito le regole. Io non so quali altri Paesi hanno seguito così pedissequamente le regole. Ora, in sicurezza, dobbiamo tornare a una vita normale ed è anche giusto che questo avvenga. Paradossale che l'Italia sia stata la prima a chiudere e l'ultima a riaprire”.

L’eventuale seconda ondata

Virus realmente ammorbidito? Se il virus uccide tutti gli ospiti che colonizza muore anche lui. Quindi lo scopo finale di un virus è di colonizzare e parassitare l'ospite, quindi di sopravvivere. Avrà avuto una capacità di adattamento, succede per tutti i virus e questo è uguale agli altri, sono che gli altri virus sono rimasti più sfortunati dietro la lavagna, mentre questo è diventato famoso. Seconda ondata? Questo virus è entrato e resterà con noi a lungo ma l'importante è rimanerci nella situazione attuale”.

“Abbiamo fatto meglio della Cina”

Oggi i medici conoscono meglio il coronavirus? Indubbiamente all'inizio qualcosa si è sbagliato nell'approccio, sul campo abbiamo imparato cosa ci diceva il virus. Questa malattia è bastarda, forse all'inizio si tendeva a usare tanto il tubo mentre il casco sarebbe stato meglio. Abbiamo dovuto gestire un'infezione nuova, purtroppo, sul paziente, credo che faccia parte del nostro modo di agire che è stato all'inizio molto empirico. Oggi sappiamo fare le cose meglio. Per fare un paragone calcistico, oggi giochiamo per vincere la Champions League: la ricerca ha prodotto lavori di altissimo livello, noi italiani siamo stati quelli scientificamente più evoluti, anche più della Cina. Un plauso va ai medici e a chi ha fatto ricerca”.


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