Coronavirus, Rossi: "Seconda ondata come la Spagnola? Non siamo più nel 1918"

L'infettivologo e primario dell'ospedale Sacco di Milano si dice preoccupato per i nuovi focolai: "Sono la riprova del fatto che la circolazione del virus sia ancora presente"
Coronavirus, Rossi: "Seconda ondata come la Spagnola? Non siamo più nel 1918"
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ROMA - Massimo Galli, infettivologo e primario dell'ospedale Sacco di Milano, è intervenuto ieri sera nella trasmissione Otto e Mezzo su La7 per parlare dei nuovi focolai di coronavirus scoppiati nell'azienda Bartolini in zona Roveri a Bologna e all'interno delle palazzine ex Cirio di Mondragone, in provincia di Caserta. Degli eposidi che preoccupano molto il medico: "Sono la riprova del fatto che la circolazione del virus è ancora presente, come molti di noi hanno sostenuto da tempo. Siamo ancora nella necessità di contenere il fenomeno con tutta l'attenzione che merita. Mi auguro che non si debba affrontare un nuovo lockdown, ma bisogna stare con occhi molto aperti e guardia molto alta. Mi auguro che il fatto di aver trovato questi 10 focolai sia espressione della capacità affinata di fare interventi a livello territoriale e accorgersi di fenomeni come questi prima che sia troppo tardi. Alcuni di questi fenomeni hanno connotazioni preoccupanti e ci dicono che la storia non è finita".

Coronavirus, Galli chiede cautela

Galli auspica quindi che gli italiani continuino a mantenere alto il livello di guardia, pur sottolineando che non sia certa la seconda ondata: "Il virus si sta rendendo capace di serpeggiare dall'emisfero settentrionale a quello meridionale e viceversa, questo potrebbe essere il motivo della ripresa autunnale ma non necessariamente con una seconda ondata e con le conseguenze della Spagnola, non siamo più nel 1918″. Poi sulla scuola: "Non sarà facile far sì che ragazzi e soprattutto bambini riescano a portare le mascherine per tutto il periodo in cui saranno a scuola. Il distanziamento sarà difficile da praticare: c'è il momento in cui i ragazzi arrivano, escono, fanno ricreazione. Un distanziamento reale è improbabile. Il mio slogan è un suggerimento: più test e meno plexiglas, più test e meno misure di distanziamento che non possono essere rispettate. Non solo nelle scuole, ma anche nelle aziende e in tutte le situazioni in cui c'è una frequentazione di massa".


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