Coronavirus non rallenta, ipotesi nuovi lockdown intermittenti

Gli epidemiologi tracciano sulla rivista Nature i possibili scenari che ci attendono nei prossimi mesi
Coronavirus non rallenta, ipotesi nuovi lockdown intermittenti© ANSA
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ROMA - Lockdown intermittenti. È questo il termine utilizzato dagli epidemiologi su Nature per spiegare quella che potrebbe diventare la nuova normalità per convivere con il Coronavirus nei prossimi mesi o addirittura anni. Il numero di contagi giornalieri nel nostro Paese aumenta di giorno in giorno e nel mondo si va verso i 20 milioni di casi. Rispetto all primo lockdown, però, in questo caso si parlerebbe di mini chiusure sempre più rapide e mirate, a patto di potenziare il sistema di tracciamento, come sottolinea il fisico Enzo Marinari dell'Università Sapienza di Roma. "Fin dall'inizio della pandemia si era ipotizzato che dopo la fase acuta avremmo dovuto essere pronti a fare chiusure rapide e mirate per contenere i contagi", afferma Marinari. Per realizzare questo obiettivo "sarà fondamentale migliorare le procedure, gli algoritmi e le app per il tracciamento dei contatti, che finora hanno funzionato meno di quanto speravamo, in Italia come nel resto del mondo".

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Nonostante la curva dei contagi si sia rialzata "nel nostro Paese la situazione al momento appare ancora sotto controllo, ma bisogna tenere alta la guardia, soprattutto nelle piccole precauzioni come l'uso delle mascherine", sottolinea il fisico. "Credo che la partita dell'autunno si giocherà sulla riapertura delle scuole, che andrà fatta con grande attenzione: abbiamo visto che Israele, dopo un primo picco molto basso, ha avuto un secondo picco molto più grande in concomitanza con il ritorno a scuola. Per questo servono procedure chiare per individuare e gestire i contagi. Comunque resta difficile fare previsioni su quello che ci attende".

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Il Coronavirus non si ferma: preoccupazione per l'arrivo dell'inverno

Sulla rivista scientifica Nature, anche l'esperta Rosalind Eggo della London School of Hygiene & Tropical Medicine ammette che "non sappiamo ancora cosa accadrà nel prossimo futuro", ma la maggior parte degli epidemiologi guarda con preoccupazione l'arrivo dell'inverno. Secondo l'immunologa Akiko Iwasaki della Yale School of Medicine, la trasmissione del virus SarsCov2 e i sintomi della malattia potrebbero peggiorare per colpa dell'aria fredda e secca, che aumenta la stabilità e la trasmissione dei virus respiratori oltre a indebolire le difese immunitarie. Un pericolo, quello legato al Covid-19 che potrebbe ripresentarsi ciclicamente: gli esperti di Harvard prevedono epidemie ogni inverno almeno fino al 2025 qualora l'immunità dovesse durare una quarantina di giorni come per altri Coronavirus. Queste ipotesi, però, non tengono conto del possibile arrivo di un vaccino: nella lista dell'Organizzazione mondiale della sanità sono 26 quelli già in sperimentazione sull'uomo. Secondo Joseph Wu, esperto di modelli dell'Università di Hong Kong, anche un vaccino parzialmente protettivo potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi scatenati dal virus SarsCov2 riducendo i ricoveri in ospedale. L'avvertimento è dunque uno: mantenere alta l'attenzione e rispettare le disposizioni anti Covid. 

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