Coronavirus, l'appello del Papa: "Vaccino? Sarebbe triste dare priorità ai più ricchi"

Il Pontefice, nel corso dell'udienza generale, ha parlato della pandemia e delle sue conseguenze: "Ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la grande ineguaglianza che regna nel mondo"
Coronavirus, l'appello del Papa: "Vaccino? Sarebbe triste dare priorità ai più ricchi"© UFFICIO STAMPA
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ROMA - "La pandemia ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la grande ineguaglianza che regna nel mondo. E il virus, mentre non fa eccezioni tra le persone, ha trovato, nel suo cammino devastante, grandi disuguaglianze e discriminazioni. E le ha aumentate!", così il Papa all'udienza generale. "La risposta alla pandemia è quindi duplice - ha osservato -. Da un lato, è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero". Dall'altro, "dobbiamo curare un grande virus, quello dell'ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli".

 

Tutti siamo preoccupati per le conseguenze sociali della pandemia. Tutti - ha sottolineato il Pontefice -. Molti vogliono tornare alla normalità e riprendere le attività economiche. Certo - ha avvertito -, ma questa 'normalità' non dovrebbe comprendere le ingiustizie sociali e il degrado dell'ambiente". Secondo il Papa, "la pandemia è una crisi, e da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori, o usciamo peggio. Ma dovremmo uscire migliori, per migliorare le ingiustizie sociali e il degrado ambientale. Oggi - ha proseguito - abbiamo un'occasione per costruire qualcosa di diverso. Per esempio, possiamo far crescere un'economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo. Con questo - ha aggiunto - non condanno, non voglio condannare l'assistenzialismo. Le opere assistenziali sono importanti. Pensiamo nel volontariato, che è una delle strutture più belle che ha la Chiesa italiana. Si fa l'assistenzialismo, ma dobbiamo andare oltre, a risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenzialismo".

Francesco ha auspicato "un'economia che non ricorra a rimedi che in realtà avvelenano la società, come i rendimenti dissociati dalla creazione di posti di lavoro dignitosi. Questo tipo di profitti è dissociato dall'economia reale, quella che dovrebbe dare beneficio alla gente comune , e inoltre risulta a volte indifferente ai danni inflitti alla casa comune". Per il Pontefice, "l'opzione preferenziale per i poveri, questa esigenza etico-sociale che proviene dall'amore di Dio, ci dà l'impulso a pensare e disegnare un'economia dove le persone, e soprattutto i più poveri, siano al centro. E ci incoraggia anche a progettare la cura dei virus privilegiando coloro che ne hanno più bisogno. Se il virus dovesse nuovamente intensificarsi in un mondo ingiusto per i poveri e i più vulnerabili, dobbiamo cambiare questo mondo", ha proseguito Bergoglio, secondo cui "dobbiamo agire ora, per guarire le epidemie provocate da piccoli virus invisibili, e per guarire quelle provocate dalle grandi e visibili ingiustizie sociali. Propongo che ciò venga fatto a partire dall'amore di Dio - ha aggiunto -, ponendo le periferie al centro e gli ultimi al primo posto". E "a partire da questo amore concreto, ancorato alla speranza e fondato nella fede, un mondo più sano sarà possibile. Al contrario, usciremo peggio dalla crisi. Il Signore ci aiuti - ha concluso Francesco -, ci dia la forza per uscire migliori, rispondendo alle necessità del mondo di oggi".

Vaccino, l'appello del Papa 

A proposito del vaccino, Bergoglio sottolinea: "Sarebbe triste se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi. Sarebbe triste se questo vaccino diventasse proprietà di tale o quale nazione, non sia universale per tutti. E che scandalo sarebbe se tutta l'assistenza economica che stiamo osservando - la maggior parte con denaro pubblico - si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all'inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato", ha aggiunto il Pontefice. "Ci sono dei criteri per scegliere quali saranno le industrie: aiutare quelle che contribuiscono all'inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune e alla cura del creato. Quattro criteri", ha spiegato Francesco.


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