Smart working e Coronavirus, ecco come le aziende spiano i dipendenti

Negli Stati Uniti è già scoppiato il caso della violazione della privacy dei lavoratori a casa, ecco cosa succede
Smart working e Coronavirus, ecco come le aziende spiano i dipendenti© EPA
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ROMA - Causa pandemia da Covid-19 lo Smart Working è diventato parte attiva della vita dei lavoratori che dal loro domicilio portano avanti le loro attività anche se, a loro insaputa, non sanno di essere controllati. Dagli Stati Uniti arriva la denuncia che si stanno amplificando i casi di datori di lavoro che usufruiscono di software spia come strumenti di sorveglianza, si calcola circa il 42% dei lavoratori in modalità smart working dove l'impiego di questi strumenti è meno regolamentato.  Uno dei segugi dei datori di lavoro statunitensi è ad esempio il software come Hubstaf: installato sul pc del lavoratore registra praticamente ogni movimento/attività (movimenti del mouse, tasti premuti sulla tastiera, lista siti web visitati). Non solo laptop ma anche gli smartphone sono soggetti a questo tipo di controllo accedendo a schermate in tempo reale, webcam dei dispositivi sfruttate per immortalare live lo stato di attiità del dipendente

La situazione in Italia

Se dall'altra parte dell'Oceano questa invasione della privacy è concessa o meno regolamentata, in Italia la storia è differente: secondo i limiti fissati dagli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto dei Lavoratori è vietato impiegare strumenti di monitoraggio costanti e invasivi. Questo per quel che riguarda lo smart working invece più complesso per strumenti di collaborazione classica il cui impiego, che non vìola nessuna norma, di fatto controlla in modo passivo l'operato dei dipendenti come il controllo delle email alla messaggistica istantanea.


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