Ricciardi: "Gli ospedali Covid di Campania e Lazio mi preoccupano"

Il membro deel Comitato Esecutivo dell'Oms ha poi continuato: "Mi preoccupano molto non tanto le terapie intensive, di cui si parla, quanto quelle subintensive"
Ricciardi: "Gli ospedali Covid di Campania e Lazio mi preoccupano"© ANSA
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ROMA - "Gli ospedali Covid in Campania e Lazio sono quasi pieni e mi preoccupano molto non tanto le terapie intensive, di cui si parla, ma le terapie subintensive perchè ci sono i pazienti infettivi che devono essere curati in un certo modo e i posti si stanno saturando già adesso. Figuriamoci quando arriverà l'influenza cosa succederà". Sono queste le parole di Walter Ricciardi, membro del Comitato Esecutivo dell'Ordine Mondiale della Sanità. che ha parlato questa mattina a "Buongiorno" in onda su Sky Tg24. "Quello che si è verificato da giugno in poi è un raddoppio dei casi ogni mese. Avevamo 200 casi, poi 400, poi 800, poi 1600 e adesso stiamo a oltre 4mila casi. Quindi rischiamo fra un mese di avere oltre 8 mila casi al giorno e tra due mesi, quando arriverà l''influenza, di avere 16 mila casi in un giorno".

Il consulente del Ministero della Salute ha poi aggiunto: "La quarantena secondo noi può essere ridotta a 10 giorni come si fa in Germania, con un tampone invece di due tamponi. È qualcosa che stiamo dicendo come consiglieri scientifici del ministro Speranza e spero che il Governo lo prenda in considerazione. Stiamo analizzando quello che ha fatto la Germania, che ha ridotto la quarantena per i soggetti sospetti da 14 a 10 giorni con un solo tampone negativo per autorizzare la fine della quarantena - ha spiegato -. È un'ipotesi che può essere presa in considerazione, deve essere valutata dal Cts e poi può essere deliberata. Dal punto di vista dell'evidenza scientifica perde qualcosa, ma consente una gestione dell'epidemia più agevole in questo momento in cui i casi sono più di 4mila al giorno".

Infine, l'ex presidente dell'Istituto Superiore di Sanità ha concluso: "È stato sottovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata più pericolosa della prima e rispetto a quello che ci aspetta, cioè una pressione enorme con l'arrivo dell'influenza, bisognava rafforzare il sistema di testing allargandolo a tutte le strutture, sia pubbliche che private che sono in grado di farlo, e poi con i pronto soccorso che in molti casi non hanno ancora fatto i percorsi differenziati".


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