Vaccino Pfizer, a rischio il richiamo: rallentano le forniture. Ecco perché

Il piano vaccinale per l'Italia non è stato rispettato. Rifornimenti tagliati, ma altri paesi come Usa, Regno Unito e Israele non hanno ricevuto lo stesso trattamento
Vaccino Pfizer, a rischio il richiamo: rallentano le forniture. Ecco perché© EPA
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ROMA - Nonostante abbia già firmato un accordo, la Pfizer ha annunciato una riduzione nella produzione del vaccino. Per il nostro paese significa il 29% delle dosi in meno, ovvero quasi 100.000 unità in meno producendo un doppio effetto negativo: potrebbe saltare la somministrazione della seconda dose, da fare entro 21 giorni, e diminuirebbe il numero di persone che si potranno immunizzare entro primavera. Nonostante i due accordi firmati da 600 milioni di dosi, l'azienda farmaceutica americana ha tagliato le forniture per potenziare la fabbrica di produzione del vaccino che arriverebbe così a 2 miliardi di dosi annue prodotte. Lo stesso trattamento, però, non è stato riservato a paesi come il Regno Unito e Israele, che sembrano in grado di pagare per più dosi.

In Italia

Il commissario Domenico Arcuri ieri sera ha diffuso una nota ufficiale molto dura in cui descrive la decisione della Pfizer di diminuire la fornitura delle dosi e aggiunge: "Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le dosi e in quale misura". Sono circa 150 mila le dosi a settimana che non arriverebbero più in italia, circa 600 mila al mese. Alessio D’Amato, assessore alla Salute del Lazio, ha commentato: "Gravissimo, Pfizer deve rispettare gli accordi. Per fortuna noi abbiamo da parte il 30 per cento delle dosi già consegnate per potere fare il richiamo. Per lunedì aspettiamo 50mila fiale, speriamo bene".


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