Coronavirus, preoccupano le varianti: quella del Regno Unito la più mortale

Secondo un'indagine delle riviste Nature e The Lancet, le mutazioni inglesi, sudafricane e brasiliane sarebbero una minaccia seria per la sanità mondiale
Coronavirus, preoccupano le varianti: quella del Regno Unito la più mortale© EPA
4 min

ROMA - "La variante SarsCoV2, isolata nel Regno Unito, non è solo la più contagiosa, ma anche la più mortale di quelle note sinora". Con queste parole Boris Johnson, primo ministro britannico, suona l'allarme che risuona in tutto il mondo. L'allerta sulle varianti è stata lanciata oggi anche da riviste scientifiche internazionali di primo piano come Nature e The Lancet, ma la dichiarazione di Johnson è arrivata comunque come una doccia fredda.

Coronavirus, in Europa le nuove zone "rosso scuro"

Varianti Coronavirus, il possibile "scenario più negativo"

I dati su cui si basa l'annuncio non sono stati ancora pubblicati, ma Johnson ha parlato "di alcune prime evidenze registrate in questo senso". Potrebbe quindi concretizzarsi "lo scenario più negativo", definito così dall'immunologo Sergio Abrignani, dell'Università Statale di Milano. La conseguenza sarebbe infatti un generale aumento della mortalità nei Paesi in cui questa variante sta circolando. Un virus può diventare più mortale per molti motivi, legati al tipo di mutazioni. Ad esempio, alcune mutazioni potrebbero essere più efficaci nello scatenare la cosiddetta 'tempesta di citochine' responsabile dei casi più gravi, oppure potrebbe legarsi più facilmente ai recettori presenti sulla superficie delle cellule umane, raggiungendo e infettando un maggior numero di cellule e aumentando quindi la gravità della malattia; un altro possibile motivo, probabilmente fra i peggiori, è che possa sfuggire completamente agli anticorpi generati dal sistema immunitario: quest'ultimo non riesce più a eliminare il virus che continua a lavorare sottotraccia.

Coronavirus, dilaga la "variante brasiliana": cancellato il Carnevale di Rio

Varianti Coronavirus, funzioneranno i vaccini?

E i vaccini? Riusciranno a contrastare comunque le varianti? "Si sta già cercando la risposta e, sulla base quanto pubblicato finora, i vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna possono riconoscere la variante inglese. Il fatto - prosegue Abrignani - è che il virus SarsCoV2 circolerà ancora moltissimo e c'è da aspettarsi che prima o poi bisognerà cambiare vaccino, come accade per l'influenza", ma questa operazione è possibile e non richiederà tempi molto lunghi. C'è comunque preoccupazione su questo aspetto, come rilevano gli esperti citati dalla rivista Nature sul suo sito: molti, per esempio, sono preoccupati dalla velocità con cui si sta diffondendo la variante sudafricana e che si teme possa ridurre l'efficacia dei vaccini e causare reinfezioni. E su questa variante, sempre dalla Gran Bretagna, Matt Hancock, ministro della Sanità, ha evocato nelle ultime ore anche il timore scientifico, non confermato, ma possibile che, proprio la variante sudafricana, possa rivelare maggiore resistenza ai vaccini esistenti, fino "al 50%" rispetto al ceppo originario dell'infezione". E' una sorvegliata speciale anche la variante brasiliana e si sospetta che un'altra variante, ancora non identificata, sia la responsabile di un'impennata di casi in Francia. Al momento mascherine, distanziamento e igiene restano le difese fondamentali contro le varianti del virus SarsCoV2, ha osservato Stefania Salmaso, dell'Associazione Italiana di Epidemiologia. "La presenza di varianti del coronavirus era assolutamente attesa: le varianti di un virus possono insorgere in qualsiasi momento - ha detto - e la probabilità che vengano osservate e si diffondano è proporzionale al numero di casi"


© RIPRODUZIONE RISERVATA