Covid, Italia vicina alle centomila vittime: ecco perché i morti non calano

Secondo un rapporto dell'Ispi nel nostro Paese le categorie più deboli non sono state adeguatamente coperte dal vaccino
Covid, Italia vicina alle centomila vittime: ecco perché i morti non calano© ANSA
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ROMA -  Trecentottanta giorni dopo il primo morto per Coronavirus, il 77enne Adrian Trevisan all'ospedale di Schiavionia, l'Italia conta 100.000 vittime. Il dato è secondo in Europa solo al Regno Unito, che ha superato i 124.000 decessi ma che, negli ultimi mesi, ha abbassatato tasso di mortalità da 18 a 2,5 ogni milione di abitanti grazie alla sua decisa campagna di vaccinazione. Al contrario, nel nostro Paese sono stati vaccinati solo un over 90 su tre e un over 80 su quattro, permettendo al virus di proseguire il suo proliferare e seminare morte. Secondo una stima dell'Ispi, l'Italia è in Europa lo stato che piange ogni giorno più vittime, con un tasso del 5,1 ogni milione di abitanti e con una media di 300 al giorno che potrebbero diventare a breve 500 ( a causa della variante inglese e dei ricoveri in terapia intensiva). 

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"Due dosi su tre di vaccino agli under 70", lo studi dell'Ispi

L’ultimo studio messo a punto dai ricercatori dell’Ispi è impietoso: due dosi su tre sono andate a persone con meno di 70 anni. La fascia tra i 70 e i 79 è quella più indietro, solo il 2,8 per cento di somministrazioni. "Dopo il Giappone l’Italia è il Paese al mondo con la popolazione più anziana e dunque più a rischio. E purtoppo la curva dei decessi è destinata a salire, da circa 300 decessi al giorno a 500 — spiega Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi di Milano — L’aumento dei decessi non ha ancora raggiunto il suo picco e l’effetto vaccino è ancora molto ridotto. Nel giro di due settimane dovremmo cominciare a riscontrare una diminuzione della mortalità del 17 per cento, ma se avessimo concentrato i vaccini nella fascia di popolazione più a rischio oggi conteremmo già un abbattimento della letalità del 48 per cento. Già a febbraio, con la disponibilità dei pochi vaccini che avevamo, avremmo potuto vedere una diminuzione dei morti del 25 per cento, in altre parole se si fosse scelto di dare priorità alle fasce più a rischio avremmo avuto 2.200 morti di meno nell’ultimo mese"

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Iss, l'identikit delle vittime di Covid-19 in Italia

L’Istituto superiore di sanità ha stilato un identikit dei 100.000 deceduti per Coronavirus nel nostro Paese: il profilo che ne scaturisce è  quello di un paziente di età media 81 anni ( 86 per le donne) con tre o più patologie a fronte di un’età media dei contagiati che si è attestata sui 48 anni. Nelle ultime settimane, i deceduti sono stati ancora più anziani e con più patologie, dunque i soggetti in assoluto più fragili. Dei 100.000 morti solo 1.055 avevano meno di 50 anni e di questi 36 senza alcuna patologia. La Lombardia, con il 30%, seguita da Emilia Romagna e Veneto, sono le regioni che hanno pagato il tributo più alto. 


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