Richiamo vaccini, è caos: prima dose Astrazeneca? Ecco che accade

In conferenza stampa Speranza, Locatelli e Figliuolo spiegano le modifiche al piano vaccinale. Novità per la seconda dose di Az: al via vaccinazione eterologa
Richiamo vaccini, è caos: prima dose Astrazeneca? Ecco che accade© EPA
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ROMA -  Dopo le polemiche sui vaccini scaturite dalla morte di Camilla Canepa, ragazza 18enne ligure affetta da malattia autoimmune e deceduta per una trombosi scaturita dopo la vaccinazione con AstraZeneca, il Ministero della Salute ha convocato una conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre al ministro Speranza, anche il coordinatore del Cts Franco Locatelli, il portavoce del comitato Silvio Brusaferro e il commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Proprio Locatelli esordisce spiegando le motivazioni della decisione di bloccare la vaccinazione con AstraZeneca a chi ha meno di 60 anni, proibendo anche a chi ha già fatto la prima dose col siero in questione di procedere alla seconda somministrazione con lo stesso. "Decisione presa seguendo il principio di massima precauzione, all'esito di una valutazione accurata di tutti quelli che sono i dati scientifici disponibili", spiega Locatelli. "Ci sono i presupposti - sottolinea ancora in relazione al richiamo con un altro siero differente rispetto alla prima somministrazione - per ipotizzare che combinare due tipologie di vaccini non porti alcuno svantaggio, ma anzi qualche vantaggio".

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Figliuolo: "Peccato rallentare, a luglio mitigheremo questo impatto"

Tanti i punti toccati in conferenza stampa. Il generale Figliuolo non ha invece nascosto che la decisione di somministrare AstraZeneca solo agli over60 "avrà qualche impatto sul piano vaccinale", ma si è anche detto "sicuro che fra luglio e agosto riusciremo a mitigare questo impatto". Anche perché, ha spiegato il commissario Figliuolo, "sarebbe un peccato rallentare ora che siamo quasi a 1 italiano su 2 che ha ricevuto la prima dose". Sullo stato attuale della profilassi è intervenuto anche il ministro Speranza, confermando come "Il 45% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e quasi 1 su 4 ha ricevuto l'intero ciclo di vaccinazioni e ciò ha consentito di registrare tutta una serie di miglioramenti dei parametri epidemiologici. Siamo a 600 posti di terapie intensive - ha concluso - mentre ad aprile eravamo ad un numero 6 volte superiore". Locatelli interviene nuovamente, parlando delle vaccinazioni agli adolescenti e agli under12. Nonostante il vaccino Pfizer sia già stato autorizzato dall'ente europeo dei medicinali (Ema) le autorità tedesche ne hanno limitato l'uso ai soli casi con patologie scatenando polemiche in tutta Europa. "In pediatria - ha spiegato Locatelli - la vaccinazione con l'unico vaccino approvato, Pfizer, ha il chiaro obiettivo di ridurre la circolazione vitale, di proteggere i soggetti in età pediatrica perché qualcuno potrebbe avere complicanze gravi e di proteggere chi vive a contatto con bambini. Quindi ci sono tutti i presupposti per condurre una campagna di vaccinazione anche in età pediatrica".

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AstraZeneca, stop agli Open Day

Non c'è infatti solo da riprogrammare gli ingranaggi per le nuove somministrazioni agli under60 ma anche lo stop immediato alle seconde dosi di AstraZeneca e la relativa calendarizzazione del richiamo eterologo con Pfizer o Moderna. Il tutto mentre le regioni dicono addio agli open day con il farmaco anglo-svedese e mentre bisogna ancora convincere 3,5 milioni di over60 a vaccinarsi (e a questo punto farlo con AstraZeneca). "Ma sono positivo e confidente" ha rassicurato a più riprese Figliuolo. C'è da affrontare il problema del destino delle 15 milioni di dosi AstraZeneca attese in Italia fino a settembre. Figliuolo commenta: "Noi abbiamo una platea di 3,5 milioni di over60 da vaccinare con prima dose e 3,9 milioni che aspettano la seconda. Raddoppiando il numero dei primi (considerando le due dosi necessarie) e sperando che tutti decidano di vaccinarsi, si arriva a circa 11 milioni di dosi. Uno scarto che nel caso sarà impiegato nei Covax". E cioè sarà destinato a Paesi con capacità di spesa minima e in cui la situazione pandemica è peggiore della nostra. L'altra questione riguarda invece i circa un milione di italiani con meno di 60 anni che hanno già ricevuto la prima dose di AstraZeneca ed erano in attesa del richiamo a stretto giro (sarebbero almeno il doppio con richiami più a lungo raggio). Per il momento, per loro, sul fronte della seconda dose (che sarà appunto Pfizer o Moderna) è tutto bloccato: alcune regioni hanno già iniziato ad inviare messaggi per chiedere ai cittadini di non presentarsi (lo ha fatto ad esempio il Lazio con i poliziotti in attesa o il Friuli con un comunicato della Regione) ma ovunque si punta a riprogrammare in fretta gli appuntamenti. 

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 Vaccinazione eterologa: i dubbi di alcuni scienziati

Alcuni scienziati pongono dei dubbi sulla vaccinazione eterologa. Sdoganata dal Cts con il presidente Franco Locatelli e già difesa da diversi esperti (dall'ex dg Ema Guido Rasi all'infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma Roberto Cauda), non convince tutti. Accanto a chi lamenta i pochi studi in materia si è ad esempio schierato Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata. "Ho forti dubbi e penso che l'esigenza di mescolare i vaccini si ponga solo per i soggetti che alla prima vaccinazione con AZ abbiano avuto rilevanti disturbi neurologici. Farlo in modo indiscriminato penso sia una esagerazione". Per l'infettivologo "non dobbiamo correre il rischio di inseguire nuove strategie che non siano state completamente dimostrate"


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