Vaiolo delle scimmie, Galli assicura: "Il vaccino non è necessario"

"La letalità è molto bassa, con la pandemia di Covid sappiamo come attuare una sana operazione di contenimento epidemiologico", afferma il noto infettivologo
Vaiolo delle scimmie, Galli assicura: "Il vaccino non è necessario"© ANSA
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MILANO - "Non credo si debba arrivare alla vaccinazione come in Francia. Stiamo parlando di un virus a Dna che ha modalità di diffusione non tali che deve metterci nelle condizioni di pensare a un'epidemia generalizzata a breve termine". Il professor Massimo Galli, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Milano, intervenuto a Sky TG24, ha voluto tranquillizzare circa la diffusione del virus noto come "vaiolo delle scimmie", già rilevato in Europa, Italia compresa: “I rapporti costi-benefici ci dicono che non c’è necessità di pensare a un vaccino per questa malattia, anche perché la letalità è molto bassa, almeno nei Paesi occidentali, mentre va fatta sana operazione di contenimento epidemiologico, cosa che dovremmo aver imparato bene dopo la pandemia”.

Vaiolo delle scimmie, Galli: "Esiste un farmaco"

Rispetto ad altri virus probabilmente abbiamo un farmaco, anche se non so che quantitativo di questo farmaco sia disponibile. Ce l'abbiamo perché si era studiato un farmaco da usare in caso di attacchi di bioterrorismo con vaiolo e sono stati impiegati 350mila differenti composti per trovare questo farmaco estremamente efficace che inibisce una proteina, la P37, conservata al 98% d’identità in tutti i virus oggi testati”.

Galli: "Il vaiolo delle scimmie si trasmette anche via saliva"

In Africa questo virus interessa i roditori, soprattutto scoiattoli, mentre uomo e scimmia sono solo ospiti. Si tratta di un virus generalista a differenza del vaiolo per cui si contrae meno facilmente: con il passaggio di saliva, ma non con lo starnuto con goccioline che vanno fino a due metri. Un passaggio del virus avviene tramite contatti più stretti. Come? Si è parlato di rapporto sessuale, ma non dobbiamo pensare a un contatto sessuale genitale o anale, mentre può bastare quello salivare. Ciò non di meno non si può pensare ad una trasmissione così facile che si contrasta identificando i contatti. Il virus ha un'incubazione intorno ai 5-6 giorni anche se può arrivare a 15-20 giorni. Bisogna individuare i contatti stretti”.


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