Unesco: i portici di Bologna sono patrimonio dell'umanità

Ad annunciare la nomina è la stessa organizzazione, che ha aggiunto altri 13 siti culturali presenti in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina ed Europa
Unesco: i portici di Bologna sono patrimonio dell'umanità© ANSA
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I portici di Bologna sono stati nominati patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha aggiunto ieri 13 siti culturali presenti sui territori di Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina ed Europa alla sua Lista del Patrimonio Mondiale e ha esteso inoltre un sito culturale messicano già presente nello speciale elenco.

I nuovi siti nominati dall'Unesco

Tra le aggiunte spicca l'antica città di Dholavira, il centro meridionale della civiltà Harappan in India che fiorì tra il 3000 e il 1500 a.C., il quale, come spiega l'Unesco in un comunicato, è uno degli insediamenti urbani meglio conservati del periodo nel sud-est asiatico. Nel comunicato si legge inoltre che i siti archeologici preistorici dell'era Jomon nel nord del Giappone sono una testimonianza unica dello sviluppo di circa 10.000 anni della cultura pre-agricola e sedentaria Jomon e del suo complesso sistema di credenze spirituali e rituali. Quanto alle 8 moschee in stile sudanese nel nord della Costa d'Avorio, queste conservano uno stile architettonico che si pensa abbia avuto origine intorno al 14° secolo in un'area dell'Impero del Mali, che dal 16° secolo si diffuse a sud delle regioni desertiche nella savana sudanese. Secondo il comitato Unesco, "essi presentano testimonianze molto importanti del commercio trans-sahariano che agevolò l'espansione dell'Islam e della cultura islamica e riflettono una fusione di forme architettoniche islamiche e locali in uno stile molto particolare che ha persistito nel tempo". Costruita su tre colline strettamente distanziate nell'altopiano di Balqa, nella Giordania centro-occidentale, la città di As-Salt era un importante snodo commerciale tra il deserto orientale e l'Occidente durante il periodo ottomano. Il paesaggio remoto e montagnoso di Hawraman/Uramanat in Iran testimonia invece della cultura tradizionale del popolo Hawrami, una tribù curda agro-pastorale che ha abitato la regione dal 3000 a.C. circa, come spiega il comitato nel comunicato stampa. 


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