"Una pagina vergognosa per le istituzioni". Così a caldo il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, commentando la protesta della Lega al Senato, dove si è svolta la seduta per l'approvazione del decreto Immigrazione. Tra fischietti e cartelli con frasi di protesta tra i banchi dell'opposizione, alla fine della discussione generale il presidente di turno, Roberto Calderoli, ha invocato l'intervento dei commessi.
Bagarre in aula, lavori sospesi
L'aula del Senato è stata sospesa dopo che i senatori della Lega, come riferisce un senatore del Pd, hanno esposto uno striscione in cui è riprodotto il programma elettorale dei 5s sulle politiche dell'immigrazione con tanto di logo, per sottolineare il cambiamento di posizione del Movimento. A quel punto sono scoppiate proteste e fischi, urla e cori: "Buffoni buffoni!" o "Fascisti". Un lungo striscione con la scritta "Siete senza vergogna" è stato esposto da una tribuna da parte dei senatori leghisti, mentre altri hanno mostrato cartelli con la scritta "no decreto clandestini" tra i fischi e le urla incrociate. Dopo la bagarre, un senatore questore dell'Udc, Antonio De Poli, e uno dei commessi, sono finiti in infermeria. Il questore era stato strattonato in aula durante il parapiglia.
Le reazioni di condanna
Dure le reazioni di condanna dei parlamentari: "In aula al Senato la violenza della Lega continua: addirittura le mani addosso ai Commessi e ad un Questore. Salvini ovviamente non c’è: lascia i suoi a fare il lavoro sporco. E loro, privi di dignità, lo fanno a dovere. Non mi sono mai vergognata tanto", scrive su Twitter la senatrice del Pd Caterina Biti. "Ancora un'indegna gazzarra della Lega dentro l'aula di Palazzo Madama. Anche oggi i leghisti hanno fatto ricorso alla violenza fisica. Sono stati feriti il senatore questore De Poli e un assistente parlamentare, a loro va la solidarietà del MoVimento 5 Stelle", si legge in una nota del capogruppo pentastellato al Senato Ettore Licheri. L'aula ha poi approvato il decreto, su cui il governo ha posto la fiducia. Con 153 voti a favore, 2 contrari e 4 astenuti, il provvedimento viene convertito in legge. Il centrodestra non ha partecipato al voto.