Addio a Rutger Hauer, l'indimenticabile replicante di Blade Runner

Nella sua lunga carriera, l'attore olandese ha preso parte a più di 170 pellicole, tra cui "Eureka", "Ladyhawke" e "La leggenda del Santo Bevitore"
Addio a Rutger Hauer, l'indimenticabile replicante di Blade Runner© ANSA
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Si è spento a 75 anni Rutger Hauer, l'attore olandese che divenne popolare in tutto il mondo per il ruolo del replicante in "Blade Runner". Lo ha reso noto il suo agente a esequie avvenute, spiegando che il decesso è avvenuto il 19 luglio. Nella sua lunga carriera, Hauer ha preso parte a più di 170 pellicole, tra cui "Eureka", "Ladyhawke" e "La leggenda del Santo Bevitore", ma la popolarità la deve al film di Ridley Scott accanto a Harrison Ford. Appassionati di cinema e non solo, ricordano il celeberrimo finale del film "Blade Runner", quando il replicante Roy Batty dice: "Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire". Destino ha voluto che Hauer morisse proprio nel 2019, lo stesso anno in cui è ambientato "Blade Runner" e quindi l'anno in cui muore il replicante da lui interpretato.

La vita privata

Nato nella provincia di Utrecht ma cresciuto ad Amsterdam, Rutger Hauer è un figlio d'arte, i genitori erano entrambi attori di teatro. Inquieto, a 15 anni si imbarca su un piroscafo mercantile per un anno, seguendo le orme di suo nonno capitano di goletta. Al suo ritorno si iscrive poi a una scuola di arte drammatica, ma sentendosi più poeta passa i giorni a scrivere poesie nei coffee shop di Amsterdam. Viene così espulso dalla scuola e approda nella Marina Olandese. Una breve esperienza da cui fugge cercando di convincere i suoi superiori di avere problemi di salute mentale. Viene mandato allora in un istituto psichiatrico, presso il quale Rutger resta fino a quando riesce a convincere definitivamente i suoi superiori che la Marina non ha davvero bisogno di lui. La passione per la recitazione arriva grazie a un gruppo sperimentale negli anni Sessanta finché cominciò a lavorare per una serie tv olandese, il salto al cinema grazie al regista olandese Paul Verhoeven con cui ha girato diversi film. L'attore ha lavorato anche con registi italiani, due volte con Ermanno Olmi (La leggenda del santo bevitore, Il villaggio di cartone), con Dario Argento nel ruolo di un vampiro (Dracula 3D) e Lina Wertmueller (In una notte di chiaro di luna). Alto, massiccio, occhi azzurri di ghiaccio, quasi un archetipo del puro ariano, Hauer si è sposato due volte; dalla prima moglie ha avuto la figlia Aysha (anche lei attrice) mentre dal 1985 si lega in matrimonio con Ineke, scultrice e pittrice. Del suo lavoro diceva: "Bravo e cattivo ragazzo, eroe o antieroe; non mi importa ciò che interpreto, ogni ruolo ha qualcosa di magico".

Volto storico del cinema

Il debutto a Hollywood avvenne accanto a Sylvester Stallone nel 1981 I falchi della notte, ma è grazie al ruolo del replicante Roy che la sua carriera fa un salto. Dopo la fantascienza l'altro filone molto frequentato dall'attore olandese è stato quello avventuroso, tra i suoi ruoli che rimangono memorabili c'è l'ex capitano della guardia Etienne Navarre in Ladyhawke accanto a Michelle Pfeiffer. Un altro dei suoi ruoli più interessanti è in "The Hitcher - La lunga strada della paura", film del 1985 di Robert Harmon, in cui interpreta un feroce killer. Nel 1988 vince il Golden Globe per il film tv Fuga da Sobibor e l'anno dopo viene premiato come miglior attore al Seattle Film Festival per "La leggenda del Santo Bevitore" di Ermanno Olmi, film vincitore del Leone d'Oro 1988 a Venezia.

 


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