“Lo chiamava rock & roll”. Sport e disabilità protagonisti di un progetto cinematografico che abbatte tutte le barriere

Da una amicizia vera e dalla comune passione per lo sport, nasce la storia di un viaggio tra sogni, disabilità e coraggio. I protagonisti saranno Federico Villa - campione di handbike che ha anche ispirato il progetto - e l’attore Andrea Montovoli
“Lo chiamava rock & roll”. Sport e disabilità protagonisti di un progetto cinematografico che abbatte tutte le barriere
5 min

Un film in cui lo sport accompagna le vicende e i cambiamenti dei protagonisti, un elemento di congiunzione fra persone e storie diverse, di dialogo tra mondi apparentemente lontani ma incredibilmente vicini. Un lungometraggio in cui l’attività fisica diventa la risposta alla malattia. Questo, e molto altro, è “Lo chiamava rock & roll”: una storia ironica, vivace ed emozionante che ha ispirato la nuova opera del regista marchigiano Saverio Smeriglio, prodotta da Isola Creativa e dalla società indipendente Imago Animae. Le riprese inizieranno nel 2022, al momento sono in corso le selezioni per definire il cast.

L’iniziativa cinematografica – che tutti possono sostenere con una raccolta fondi dal sito  www.produzionidalbasso.com/project/lo-chiamava-rock-roll/ – ha già il patrocinio di importanti realtà nazionali importanti realtà nazionali come il Comitato italiano paralimpico, la Federazione ciclistica italiana, l’ANMIL (Associazione Nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), l’ AISA (Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche), Associazione Babelfamily, O.MA.R (Osservatorio Malattie Rare), UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Associazione “OGNI GIORNO - per Emma- onlus”, Associazione “Per il sorriso di Ilaria di Montebruno onlus” e “Un Petalo per Margherita onlus”. 

Si tratta di un progetto ambizioso che ha come obiettivo principale quello di raccontare la disabilità, ma con il sorriso, servendosi dello sport come linguaggio universale. Una commedia d’autore che prende spunto da una storia e un'amicizia vera, quella del regista con Federico Villa, un ragazzo costretto sulla sedia a rotelle perché affetto da una grave malattia degenerativa, l’Atassia di Friedreich. 

Federico, nella vita come nel film, è stato un campione di handbike, disciplina in cui ha raccolto successi per oltre quindici anni: dalle gare internazionali che lo hanno portato in giro per il mondo a quelle in Italia dove, per ben due volte, è stato campione nella sua categoria, per poi entrare nella nazionale italiana paralimpica. La scelta dell’handbike è stata naturale: dal marzo 2006, infatti, nasce a Monza la “PIccoli Diavoli 3Ruote asd onlus” (www.piccolidiavoli3ruote.com) di cui Federico Villa diventa vice presidente, con passione e impegno. Una realtà che promuove e diffonde questa disciplina fra tutti coloro che, diversamente abili, non hanno smesso di credere nello sport come motivo per combattere la propria infermità. 

"Ho scelto il ciclismo perché è il migliore degli sport per portarmi via lontano. Tutti gli sport sono legati al loro "campo" e se manca, non si può praticare. Il basket il campo da basket, il nuoto la piscina, lo sci le sue piste. Il ciclismo invece è legato alla strada e questa è infinita, di conseguenza é lo sport che rappresenta al meglio l'idea di libertà che cercavo", dichiara Federico Villa.

In “Lo chiamava rock & roll”, Federico, dopo aver ispirato l’amico regista Saverio Smeriglio, sarà anche attore coprotagonista del film e interpreterà se stesso, testimoniando che anche grazie allo sport, si possono trovare energie, stimoli e vitalità che, abbattendo i muri imposti dalla malattia, tracciano le strade di nuove straordinarie abilità.

Dalla sceneggiatura inizieranno le riprese nel 2022 e prenderà vita un lungometraggio sulla grande amicizia di una strana coppia di sportivi: Federico, appunto, e Mauro (interpretato da dall’attore Andrea Montovoli), un surfista rimasto invalido a seguito di un grave incidente. Mauro, si trova a fare i conti con una nuova normalità, metterà in discussione tutta la sua vita e le sue priorità e l’occasione per questa riflessione è rappresentata dall’incontro con Federico che, seppur affetto da una grave malattia degenerativa, dimostrerà nella quotidianità che lo spirito, l’ironia e la volontà possono essere più forti della forza fisica fine a se stessa. Una storia originale, che sovverte gli schemi e  fa di Federico “un allenatore di handbike e di vita”, a conferma che, oltre alla fisicità, nello sport ciò che conta davvero è la volontà di superare i propri limiti.

“Nella sceneggiatura, lo sport, come il resto, è visto nella sue essenza più vera: a volte cruda, infatti da un lato è la causa del disagio fisico vissuto da Mauro e che stenta ad accettare, mentre dall’altro è il mezzo attraverso il quale Federico combatte quotidianamente il progressivo degenerare  della sua malattia, trovando una spinta a non abbandonarsi ad essa ma a reagire con grande ottimismo e forza d’animo”, così il regista Smeriglio.

Sul titolo scelto per il lungometraggio - “Lo chiamava rock & roll”, Federico Villa dichiara entusiasta: “E’ ispirato alla mia filosofia di vita, un inno al non fermarsi mai, a trovare sempre una nuova strada da percorrere, a volte su una sedia a rotella, altre su un handbike, ma senza mai perdere la speranza e l’amore per la vita. Perché è vero che non sempre possiamo cambiare ciò che ci accade, ma possiamo sempre cambiare il modo in cui reagiamo a ciò che ci accade”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA