INVIATA A SANREMO - Gianmarco Tamberi spiega. Un'ora di conferenza organizzata da Bmw, il suo partner più longevo, per spiegare, nella splendida sede dell'hotel Miramare, come mai ha deciso di continuare a gareggiare. Tamberi sembra più emozionato del solito, ripercorre la "botta di Parigi, arrivavo in una condizione stratosferica", i mesi successivi pieni di dubbi ("dopo la gara di Roma volevo smettere, non mi allenavo e non riguardavo mai i miei salti") e poi a gennaio la decisione di andare avanti. In cuor suo, forse, ce l'aveva già visto che, racconta, ha deciso di cambiare qualcosa nel suo staff nei mesi scorsi e da ottobre lavora cinque o sei ore al giorno per rimettere a posto il fisico. Allenamenti mirati e, soprattutto, tanta fisioterapia: "Perché - ammette - Los Angeles è l'obiettivo e il mio corpo deve essere messo nelle condizioni migliori per arrivarci". Tamberi racconta anche che gli occhi di sua moglie, che segue poco distante la conferenza, sono stati determinanti per fargli capire che non era (è) arrivato ancora il momento di dire basta: "Quando parlavo di voler andare avanti aveva un'altra luce, era molto più propensa per questo tipo di scelta perché sa quanto fosse importante per me non chiudere la carriera con quello che è successo a Parigi. Come famiglia abbiamo investito tantissimo nello sport e finire con quell'immagine sarebbe stato un po' un controsenso. Nei suoi occhi c'era una felicità incredibile quando dicevo che volevo continuare. E poi anche tutti i messaggi di affetto delle persone hanno avuto un peso, la mia voglia di riscatto c'è sempre". E allora, adesso, via, ripartire, anche se con in modi meno drastici: la voglia di allargare la famiglia c'è ("Se arrivasse una piccola Chiara dovreste venirmi a prendere per andare al campo"), gli impegni ancora non sono stati fissati: "Un anno senza gare no, in estate farò qualcosa. Ragionerò però sempre in chiave Los Angeles". Dove sogna di arrivare con l'amico Gregorio Paltrinieri se, come sembra, anche lui continuerà: "Per lo sportivo e la persona che è nessuno merita più di lui il ruolo di portabandiera". Così simili e così diversi Greg e Gimbo, con una cosa in comune grande, gigantesca: la voglia di crederci sempre. Dice Tamberi: "Spero sia passato il messaggio non solo di aver comunicato una scelta personale qui a Sanremo, ma ho voluto sottolineare come le difficoltà vadano affrontate sempre. Non tanto quanto siano importanti le vittorie, ma quanto riprovarci, cadere e riprovarci ancora. È stata una decisione non facile, assolutamente non scontata".
© RIPRODUZIONE RISERVATA