Basket: Kuric, il cestista che visse tre volte

Dopo aver superato tre operazioni alla testa per un tumore è pronto a tornare in campo. I tifosi gli dedicano un'ovazione e lui si commuove
Tommaso Gandola
4 min

ROMA - Settemila tifosi in piedi e tre minuti di applausi ininterrotti e scroscianti. Una standing ovation da migliore in campo. Un gesto di affetto del popolo di Gran Canaria verso uno dei suoi beniamini, non per il canestro della vittoria all’ultimo secondo o per una giocata spettacolare, ma semplicemente per esserci. Il luogo in questione è il palazzetto della squadra di basket a Las Palmas e il protagonista indiscusso della serata è Kyle Kuric. Americano di origini slovacche, Kyle (26 anni) è noto negli ambienti della pallacanestro per un tiro eccezionale, specialmente dalla lunga distanza, per una visione di gioco e un’intelligenza sul campo invidiabili, caratteristiche difficili da trovare tutte insieme nello stesso giocatore. Dopo i quattro anni di università a Louisville, uno degli atenei più prestigiosi della galassia universitaria statunitense, si trasferisce in Spagna e dopo un anno nella capitale con la maglia dell’Estudiantes sbarca alle Canarie. L’annata 2014/2015 è esaltante sia per la squadra, sia per Kyle che viene inserito tra i migliori cinque giocatori dell’Eurocup, la seconda competizione continentale per importanza dopo l’Eurolega. All'inizio di questa stagione il destino prova a stopparlo.

L'OPERAZIONE - Durante una trasferta nei Paesi Baschi, in cui aveva sofferto di strani mal di testa, viene diagnosticato a Kyle un meningioma, termine medico con cui viene indicato un particolare tipo di tumore al cervello. Una notizia terribile, definitiva. “Non tornerà più”. Non lui. La persona che crede maggiormente nella personalissima rimonta è lo stesso Kyle. Dopo tre operazioni alla testa in novembre e dopo avere superato la parte più difficile della sua battaglia, lentamente per Kyle sta tornando il sereno, aiutato dalla famiglia e dai suoi figli. Lui stesso, in una intervista pubblicata sul canale Youtube del Gran Canaria, annuncia di sentirsi meglio. S'avvicina il giorno del ritorno in tuta sul parquet. Col canestro davanti come se fosse il destino, e la voglia matta di bucarlo.

IL RITORNO - Superato l’incubo delle operazioni e dell'ospedale, Kyle si vede già in campo: “Recuperare è una sfida. Abbiamo un’idea, ma non sappiamo bene cosa fare perché è una cosa capitata a pochi giocatori, o forse nessuno, quindi non abbiamo un riferimento. Stiamo cominciando da zero e sarà necessario molto lavoro di squadra e l'aiuto di tutti, ma ho voglia di farlo”. Lo stesso allenatore della formazione isolana, Aito Garcia Reneses, ha riabbracciato Kyle dopo il suo momento più difficile: “Emozionante. Aspettiamo il suo recupero, abbiamo vissuto la vicenda con grande intensità perché lui ha un rapporto ottimo con tutti. E' stata molto dura, però lui ne è uscito bene e ora possiamo dire di esserci messi alle spalle questo incubo”. Martedì sera, per la prima volta da ottobre, Kyle ha rimesso piede alla Gran Canaria Arena e i settemila supporter presenti, insieme a tutto il mondo del basket, erano lì per lui. Lo hanno riabbracciato con un'ovazione alla quale non era preparato. Un regalo di Natale per lui, un regalo di Natale per loro. Tutti hanno scandito all'unisono il coro "MVP, MVP", invocando un titolo che potrebbe arrivare sul campo. Ma che nella vita Kyle ha già dimostrato di meritare.


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