Petrucci: “Uno studio dirà chi potrà iscriversi alla Serie A”

Il presidente della Fip annuncia una grande novità che potrebbe cambiare il futuro del basket di vertice
Petrucci: “Uno studio dirà chi potrà iscriversi alla Serie A”© Bartoletti
Andrea Barocci
5 min

La stagione regolare non si è ancora conclusa, eppure da tempo circolano voci e ipotesi incontrollate sul futuro della serie A e, soprattutto, sulla possibilità che all’ultima classificata, ovvero Cantù, sia data la possibilità di non scendere in serie A2. Gianni Petrucci, presidente della Fip, non solo interviene in proposito, ma annuncia una novità importante in merito a quello che accadrà a breve.

Petrucci, è retrocesso un mito come Cantù. Lei come l’ha presa, e che segnale è per il basket?
«Sul piano umano mi dispiace molto, è una società storica. Ma le regole sono queste e dobbiamo rispettarle. In campionato si lotta per lo scudetto e per non retrocedere: quindi è un segnale di normalità come avviene nel calcio, dove tutte sono scese in B ad eccezione dell’Inter».

A proposito di retrocessioni: si parla da mesi di mettere in salvo tutte e 15 le società. Lei si è sempre detto contrario: perché? E come intende far rispettare questa norma?
«Il campionato è partito con queste regole e finirà con queste regole. Nessuno potrà modificarle. Voglio chiarire un punto a tutte le Leghe, maschili e femminile: l’organico lo fa la Federazione. Non so come sia nata questa promessa e chi l’abbia fatta, visto che non sarebbe in grado di mantenerla. L’autoconservazione che oggi la Lega vuole fare non è applicabile: è umano che lo dica, ma non è possibile. Questi discorsi, belli e sulla carta anche comprensibili, non possiamo permetterli. E poi voglio anche ricordare che esiste un organismo che vigila sull’aspetto sportivo, il Coni, il quale non accetterebbe questi cambi in corsa».

In tempi eccezionali però, perché non avvalersi di provvedimenti eccezionali garantendo la salvezza a chi, come quasi tutte le altre squadre, ha fatto salti mortali per proseguire l’attività?
«Ma questo argomento riguarda anche i club di serie A2, che potrebbero dire: “Abbiamo due promozioni, e altre tre, quattro società che hanno una sanità economica uguale se non superiore a quella delle squadre di A. Perché dovremmo avere solo due salite, quando in A nessuno vuole scendere in A2?”»

Insomma, voi che avete intenzione di fare a proposito?
«C’è una grande novità. La Fip ha sempre detto che alla fine della stagione, quando conosceremo la situazione economica dei club, potremo organizzare i prossimi campionati. Nel frattempo però abbiamo affidato ad una azienda di consulenza uno studio economico-finanziario sulla sostenibilità delle squadre nei diversi campionati. Questo studio ci dirà quanti club potranno sostenere un campionato professionistico o semiprofessionistico in A2. Nel caso ci fossero casi di posizioni non sostenibili? Le rivoluzioni si fanno in base alle situazioni economiche esistenti...»

Alcuni club chiedevano di rivedere al ribasso i parametri Com.Tec. Non l’hanno ottenuto, ma pure questo è un segnale preoccupante, non crede?
«Non voglio entrare nel merito di una situazione in mano alla Com.Tec. Dico solo che chi partecipa a un campionato professionistico sa benissimo quali sono i doveri, le fiscalità e i costi».

Il Corriere dello Sport-Stadio pochi giorni fa ha pubblicato alcuni passi della bozza del Manuale della Lega per ottenere le licenze di serie A: trova adeguato il documento alla situazione? La rivoluzione da lei richiesta è questa o no?
«La rivoluzione partirà solo dopo aver conosciuto la sostenibilità economica del movimento e il peso specifico di ogni società».

È preoccupato che i casi di positività a Brindisi possano in qualche modo far slittare la fine della stagione, andando in contrasto con i tempi della Nazionale, impegnata nel Preolimpico di Belgrado dal 29 giugno al 4 luglio?
«No, perché non dipende dalla Lega o dal campionato. Bisogna che gli atleti siano lasciati liberi entro il 17 giugno, come stabilito dalla FIBA».

Gallinari, Melli e Mannion hanno dato la loro disponibilità per rispondere alle convocazioni in azzurro?
«Sì, tutti. Ma è chiaro che dovremo essere attenti alla loro eventuale partecipazione ai playoff NBA. In ogni caso il problema riguarderebbe anche i giocatori NBA delle altre nazionali (soprattutto della Serbia; ndr)».

Come sono oggi i suoi rapporti con il c.t. Sacchetti?
«Sereni. Ci parlo tranquillamente. Voglio chiarire: abbiamo chiesto a Meo se non fosse il caso di avere uno staff tecnico al meglio. Sacchetti ha accettato ed è stato lui stesso a proporre i nuovi nomi (Bucchi, Galbiati e Fois; ndr). Non esiste alcun problema a riguardo».


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