Italia-Sacchetti, è finita: il futuro è di Pozzecco

La Nazionale cambia tutto a tre mesi dall’Europeo: via il ct tornato da Tokyo con il quinto posto. A breve l’annuncio del suo successore
Italia-Sacchetti, è finita: il futuro è di Pozzecco
Paolo De Laurentiis
4 min

ROMA - Poche righe per dirsi addio: «La Federazione Italiana Pallacanestro comunica che, al termine di un incontro a Roma tra il presidente Petrucci e il coach Sacchetti, è stato risolto l’accordo contrattuale tra le parti». Seguono ringraziamenti. Finisce così l’avventura di Meo in azzurro, 5 anni e 50 partite, più di una soddisfazione, la perla della vittoria del preolimpico contro la Serbia a Belgrado, qualche crepa nel rapporto con Petrucci che ha portato alla rottura di ieri, con l’Europeo di settembre alle porte. Al suo posto arriverà, salvo sorprese, Gianmarco Pozzecco attualmente vice di Ettore Messina a Milano e impegnato nelle semifinali dei playoff scudetto.

Le parole di Petrucci e l'esonero nascosto

«Il rapporto si era esaurito - sintetizza il presidente Petrucci - è vero che il contratto era stato rinnovato subito dopo Tokyo ma ci stavamo trascinando e non volevo andare avanti così. Pozzecco? Non faccio nomi, vedremo la prossima settimana. Sono sereno e convinto di aver fatto la scelta giusta». Un po’ meno sereno è l’ormai ex ct Sacchetti, sorpreso per la piega che hanno preso gli eventi: «Non è dipeso da me». Quindi, comunicati a parte, Meo è stato esonerato. Probabilmente con più di un anno di ritardo, perché le cose non funzionavano da tempo: nella Primavera del 2021 un altro comunicato sanciva l’ingresso nello staff azzurro di Bucchi, Galbiati e Fois “su proposta del Ct” ma al posto dei suoi fedelissimi Maffezzoli e Conti. Suonava oggettivamente come un controsenso. Sacchetti non fece una piega e non solo restò al suo posto ma pochi mesi dopo centrò la qualificazione olimpica vincendo a Belgrado contro la favoritissima Serbia. Forse il punto più alto della sua gestione, assieme alla qualificazione al Mondiale centrata nel 2019, con l’ultima partecipazione ottenuta sul campo datata 1998. A Tokyo - dove nessuno si aspettava di vedere l’Italbasket, prova ne sia che i 12 azzurri non erano mai stati previsti nel conteggio della spedizione - l’Italia ha giocato un’Olimpiade degnissima, perdendo ai quarti contro la Francia oggettivamente più forte e chiudendo il torneo al quinto posto. La migliore delle nostre Nazionali. Da lì il rinnovo del contratto fino a dopo l’Europeo di settembre, azzerato dal colpo di scena di ieri.

Il futuro

Il nuovo ct resterà in carica almeno fino ai Giochi di Parigi del 2024 e avrà il suo bel da fare: poco tempo per preparare l’Europeo, la necessità di rinnovare una Nazionale che ha grandi giocatori che non sono più ragazzini (Belinelli 36, Datome 34, Gallinari 34, sempre che siano disponibili a giocare in Nazionale slalomeggiando tra i rispettivi acciacchi e impegni), giovani di livello (Banchero, Mannion) e una generazione di mezzo che dovrà essere l’asse portante di una squadra in grado di fare la sua figura anche a un’Olimpade che ormai è dietro l’angolo. Impresa non facile e sembra di rivedere il film della Nazionale di calcio anche se con un finale diverso: Mancini che vince l’Europeo e viene confermato dopo il flop Mondiale. Sacchetti che fa bene a Tokyo ma viene esonerato ancora prima dell’Europeo. Entrambe le situazioni hanno però un punto in comune: la necessità di avere giocatori di qualità nei rispettivi campionati per selezionare una squadra competitiva. Oggi né il calcio né il basket offrono questa possibilità ai rispettivi ct che non possono fare miracoli. La Nazionale di basket non è al centro del suo mondo esattamente come quella di calcio. Uscire da questo equivoco sarebbe il primo passo per avere continuità di risultati in azzurro. Al di là di una conferma o di un esonero.


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