Pozzecco esclusivo: "Gallinari scarico? Mi viene da ridere..."© CIAMILLO

Pozzecco esclusivo: "Gallinari scarico? Mi viene da ridere..."

Il ct presenta la sua nazionale in vista degli Europei che inizieranno il 27 agosto: "La connessione con la maglia azzurra di questo gruppo è grande"
Fabrizio Fabbri
6 min

Un passo dopo l’altro per prendere la rincorsa verso l’Europeo. È il cammino dell’Italbasket di Gianmarco Pozzecco che nella preparazione al Torneo continentale, che vedrà gli azzurri impegnati nella prima fase a Limassol, ha fatto per ora percorso netto.

Pozzecco come è, ad oggi, lo stato di forma dei suoi ragazzi?

«Si sono presentati tutti, fin dal training camp a Folgaria, concentrati e stanno vivendo ogni giorno che ci avvicina all’esordio del 28 agosto contro la Grecia con grande trasporto emotivo. Durante questo primo percorso abbiamo affrontato due situazioni, ben differenti, che ci hanno scosso. Una tecnica, con la rinuncia di DiVincenzo. L’altra umana con la presa di coscienza di ciò che sta vivendo uno di noi: Achille Polonara. Ma niente ha interrotto la grande connessione che hanno con la maglia azzurra».

Si avvicina il tempo di decidere chi saranno i 12 per Euro 2025.

«Mai come questa volta sarà veramente complicato effettuare la scelta. Arriverà il giorno in cui dovrò farlo, mettendo insieme tanti pensieri e valutazioni, confrontandomi con il mio staff. Credo sia ben chiaro a tutti l’alto livello che questi ragazzi stanno raggiungendo. Merito anche di Matteo Panichi. Abbiamo la fortuna di avere un preparatore atletico eccezionale, uno dei migliori possibili. Per due motivi: conosce la materia ed è un ex giocatore. Un mix perfetto».

Le si spezzerà il cuore a dover dire a qualcuno: “Grazie per ciò che hai fatto fino ad ora ma non sei tra i dodici”.

«Non mi ci abituo mai, probabilmente perché sono stato dall’altra parte della barricata e so bene cosa voglia dire quel no. Specie quando si ha un attaccamento alla Nazionale come è quello di questi ragazzi. Sono gli stessi che in inverno, durante la stagione con i club, non godono della considerazione e dell’attenzione che dovrebbero avere. Poi arrivano in azzurro e tutti a dire: “Questi devono vincere una medaglia”. È un paradosso che mi fa infastidisce. Io non faccio promesse a nessuno, vedo il ranking FIBA e so che siamo undicesimi. Ma nello spogliatoio poi, io e solo io, posso urlare ai ragazzi che possiamo farcela».

Ora si attende l’esordio ufficiale di Darius Thompson e l’arrivo da Portorico di Gallinari.

«Mi fa ridere chi già dice che potrebbe aggregarsi un giocatore scarico, magari appagato dal titolo vinto lì. Chi afferma queste cose non conosce Danilo. Ha manifestato lui la sua volontà di chiudere con l’Europeo il cammino in azzurro. E vuole farlo nel migliore dei modi. Certo il calendario della Lega di Portorico non ci aiuta ma lo avevamo messo in preventivo. Lo aspettiamo e troveremo un giocatore pronto. Darius sta mettendo minuti nelle gambe e si sta integrando nel gruppo. È intelligente e disponibile e ha trovato un gruppo pronto ad accoglierlo».

A proposito di Gallinari, cosa ha pensato quando è arrivata la notizia dell’aggressione dello squalo alla moglie, Eleonora Boi?

«L’ho vissuto da papà. Il pensiero è andato, ovviamente, subito a Eleonora e al bambino che porta in grembo. Poi, passata la paura, ho scritto a Gallo: “Io non conoscevo nessuno morso da uno squalo”. E chi se lo farà più il bagno in certe acque, mi vedo già con attorno uno squalo e un’orca assassina».

Durante la partita con la Lituania l’abbiamo vista sorridere spesso con il suo staff.

«Ho dei collaboratori fantastici. Ci accusavano, all’inizio, di essere un gruppo di allenatori troppo giovane, inesperto. So solo che ora uno sarà in NBA (Riki Fois, ndc), altri su panchine di Eurolega e uno è una colonna di Reggio Emilia. Stiamo anche inserendo Lotesoriere. Sul fatto che ridiamo, beh, rispondo dicendo a chi critica quell’atteggiamento che chi rende triste la nostra professione o quella di giocatore andrebbe perseguito penalmente. Facciamo un lavoro in quel mondo che da bambinetti potevamo solo sognare. Il sogno si è trasformato in realtà. E la risata o l’aspetto ludico vanno sempre conservati».

Lo dice anche ai suoi ragazzi?

«Certo. Prendete la partita contro la Lituania. La spezza Fontecchio quando si scrolla di dosso un po’ di tensione e inizia a giocare per divertirsi. Si vedeva che in quel momento di trance agonistica godeva di ciò che faceva. Ero così anche io quando stavo sul parquet».

Tanti sognano una medaglia. Ma già a Limassol, nel girone della prima fase, sarà durissima.

«Sto cercando ogni giorno di far capire a tutti quanta competitività ci sia nell’Europeo. Scordatevi le squadre materasso, il livello è altissimo. Si sorprenderà qualcuno se, per dire, la Georgia batterà la Spagna? Guardate che batteria di lunghi ha. Meglio di loro forse ci sono solo Serbia e Francia, forse la Germania. Così bisognerà concentrarsi di partita in partita. Tutti vorremmo un gran risultato e ce la metteremo tutta perché questo avvenga. Ma ci sarà una concorrenza pazzesca».

Le manca la quotidianità dell’allenare un club?

«Guidare la Nazionale resta una cosa unica e riempie sempre la giornata, anche se non vai in palestra. Prima o poi, lo sa anche il presidente Petrucci che ringrazio sempre per avermi messo qui, tornerò ad allenare un club. E se mi chiedete il nome di chi allenerà l’Italia dopo l’Europeo rispondo: “Ora, francamente, non ci penso”».

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