Beatrice Attura e l'inizio di stagione di Derthona

La play Beatrice Attura è tra le giocatrici più in vista dell'Autosped BCC Derthona. Una formazione che non nasconde le ambizioni di fare il salto di categoria.
Beatrice Attura e l'inizio di stagione di Derthona© LBF - Picozzi
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A sei giornate dall’inizio del campionato, il Girone A vede in testa alla classifica – a quota dieci punti – Logiman Broni, Polisportiva Galli San Giovanni Valdarno e CLV-Limonta Costa Masnaga. Subito dietro, a quota otto, c’è l’Autosped BCC Derthona Basket, che però ha una partita in meno a causa del rinvio del match della sesta giornata contro La Spezia. L’inizio di stagione delle "Giraffe" è stato uno dei migliori di tutta l’A2: quattro vittorie nette nelle prime quattro giornate, con uno scarto medio di 25 punti a partita. Tra le squadre affrontate c’erano anche delle dirette rivali in classifica, come Logiman Broni, e squadre che puntano ai playoff, come Techfind San Salvatore Selargius. A livello offensivo, la formazione guidata da coach Orazio Cutugno nelle prime quattro partite è stata nettamente la migliore del Girone A con quasi 83 punti segnati di media a partita, dato che non ha eguali nemmeno tra le squadre del Girone B. L’unica macchia nell’inizio di stagione delle giraffe è stata la sconfitta esterna contro San Giovanni Valdarno, dove le biancorosse hanno messo a referto solo 48 punti, perdendo ben 30 palloni. Nonostante questo, la squadra è ora pronta a tornare in campo domenica contro Torino Teen Basket, per provare a mettere un tassello in più verso l’unico vero obiettivo stagionale della società: la promozione in Serie A1. Derthona è da diversi anni ai vertici della Serie A2, ma dopo la vittoria della Coppa Italia e il raggiungimento della semifinale per la promozione nella scorsa stagione, ha deciso di provare a fare il salto di qualità in questo 2023/2024. La firma di Beatrice Attura – oltre a essere stata uno dei colpi di mercato più intriganti dell’estate – è stata sicuramente un passo enorme in questa direzione, che ha fatto salire nettamente le quotazioni della squadra nella lotta per la promozione. Attura veniva da quattro stagioni consecutive in Serie A1, con le maglie di Vigarano, Venezia e Ragusa, ma quest’anno ha deciso di abbracciare il progetto delle giraffe. Finora, la numero 30, è stata la migliore delle sue, nonché una delle migliori giocatrici dell’intero campionato: 18,6 punti di media a partita (quarta miglior realizzatrice del Girone A); 5,4 rimbalzi e 3,8 assist di media. La playmaker ha commentato così l’inizio di stagione della sua squadra.


L’avvio di stagione di Derthona è stato tra i migliori di tutta l’A2, che cosa ha favorito secondo te le prime quattro vittorie stagionali, arrivate in maniera così netta?
La cosa che credo abbia giocato di più a nostro favore è stato l’essere una squadra molto esperta, che negli ultimi anni è stata sempre ai piani alti della classifica. Questo aiuta moltissimo soprattutto all’inizio della stagione, quando ancora si è alla ricerca della giusta chimica. Al di là di questo comunque abbiamo lavorato molto seriamente sin dall’inizio della preparazione: sappiamo qual è il nostro obiettivo e lo stiamo puntando sin dal primo giorno.


A proposito di questo, la promozione in Serie A1 è chiaramente l’obiettivo per cui questa squadra è stata costruita. Quanto è presente questo pensiero nella vostra quotidianità?
È qualcosa di estremamente presente, ne parliamo molto. Quando c’è un obiettivo così importante non ha senso nascondersi, secondo me. Nella mia esperienza si punta sempre a vincere, a maggior ragione quando sei in una squadra come questa che ha tutti i requisiti per riuscirci. Se non raggiungiamo l’obiettivo non voglio dire che è un fallimento, perché ogni anno c’è sempre qualcosa da imparare per poter migliorare, però sicuramente l’obiettivo della nostra stagione non è "solo" arrivare in finale.

Dopo questo inizio così poderoso è arrivata una battuta d’arresto contro San Giovanni Valdarno, in un match difficile in cui avete messo a referto solo 48 punti. Che cosa vi siete dette negli spogliatoi dopo quella partita?
Da quella partita in realtà siamo uscite molto positivamente, perché eravamo consapevoli di aver giocato davvero male. Abbiamo tirato male e abbiamo perso 30 palloni: con quelle percentuali e un numero così alto di palle perse dovresti perdere di più di venti punti. Il fatto che abbiamo perso solo di undici e che più della metà del quarto quarto siamo state punto a punto è una cosa “positiva” per noi. Ovviamente dobbiamo capire il perché di tutte queste palle perse e di queste basse percentuali, però ne siamo uscite bene perché consapevoli di aver fatto una partita molto molto brutta che speriamo non ricapiti più. Inoltre, va dato anche il giusto credito a San Giovanni Valdarno, che aveva preparato benissimo quella partita e che ha saputo eseguire alla perfezione il proprio piano, giocando un match di altissima qualità. 

Invece tu, a livello personale, come ti stai trovando in questa nuova squadra?
Mi sto trovando molto bene, perché sono in una società veramente seria. Ha lo stampo dell’A2 perché ovviamente è lì che gioca, ma questa è una squadra di una classe superiore. Posso fare dei confronti con la mia esperienza personale, perché ho visto società di fascia piuttosto alta come la Reyer e Ragusa e posso dire che Derthona da questo punto di vista sta allo stesso livello delle migliori, non ha niente da invidiare a molte società di A1. 

Cosa ti ha portato a sposare il progetto di Derthona e in particolare a scegliere l’A2 dopo tanti anni in Serie A1?
La mia scelta è stata dettata principalmente dal fatto che ho voluto seguire il progetto. Aspetti come la costruzione della Cittadella dello Sport dimostrano che c’è un investimento serio alle spalle e questo è stato uno dei motivi principali che ha guidato la mia scelta. Ero alla ricerca di una sfida diversa e nuova per la mia carriera e ho accettato questa: cercare di portare una cultura vincente in questa squadra per tentare di raggiungere l’A1, che è il posto in cui questa società merita di stare.  

Com’è stato per te passare dall’essere una playmaker più deputata alla gestione della palla a una giocatrice che invece è il faro offensivo della sua squadra, quella che segna di più e dalle cui mani passano tanti possessi decisivi?
Per me è stato abbastanza facile perché al liceo e al college sono sempre stata il punto di riferimento  in termini di punti delle formazioni in cui ho militato. Sono sempre stata la playmaker, ma al college ero anche quella che segnava di più, per cui per me non è un ruolo nuovo. Ovviamente in contesti di livello molto alto mi è capitato di avere come compagne delle giocatrici WNBA, che ti costringono a ridimensionare il tuo ruolo per vincere, ma in questo contesto mi sto trovando molto a mio agio perché è qualcosa che ho già sperimentato in passato.


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