Basket NBA, Miami: il grande dubbio di James
NEW YORK – A quattro anni dal suo arrivo, annunciato con un criticato video su ESPN (il famigerato “porterò i miei talenti a South Beach”), LeBron James può tornare sul mercato dei free agent. Ciò avviene all'indomani della bruciante sconfitta in finale contro San Antonio, e a rendere ancora più particolare la situazione è il fatto che anche gli altri Big Three – Dwyane Wade e Chris Bosh – possono uscire dal contratto con Miami. Anche se sfruttare l'opzione d'uscita non significherebbe necessariamente lasciare gli Heat.
VACANZE – La certezza è che James non ha ancora deciso, lo ha ribadito al momento dello sciogliete le righe dopo il ko in finale. «Mi prendo qualche giorno di vacanza con la mia famiglia, quando parlerò con la franchigia sarò pronto per fare le mie valutazioni. So cosa mi proporranno, ma non sono ancora nelle condizioni per toccare l'argomento» ha detto LeBron, di fronte a tre possibili scenari.
OPT IN – E' il caso in cui non viene sfruttata la clausola d'uscita dal contratto, e si resta a Miami alle condizioni già stabilite. In questo caso per il 2014/15, Bosh e James guadagnano 20,6 milioni di dollari, Wade 20, il trio va però ad occupare 61 dei 63 milioni del salary cap, senza contare che per il 2015-16 le cifre salgono ulteriormente (22.1 milioni per Bosh e James, 21.6 per Wade). E' la garanzia di una squadra competitiva, ma per vincere serve un cast di supporto per i Big Three: un cast da ricostruire, dato che Shane Battier si è ritirato, Ray Allen potrebbe seguirlo e Mario Chalmers non verrà confermato.
OPT OUT E CONFERMA – E' il caso più intrigante. Durante le finali si era parlato dei Big Three disposti ad uscire dal contratto e rifirmare a cifre più basse. Bosh, pronto a scommettere che il trio non si scioglierà, ha però detto che “se ne dovrà parlare con attenzione”. James ha invece ammesso: «A questo punto della carriera posso permettermelo». E' lo scenario che offre vantaggi più o meno a tutti: il monte salari di Miami si abbassa, e allora diventa più facile ingaggiare free agent di qualità, James si abbassa lo stipendio ma resta in una squadra in grado di supportarlo nella corsa al titolo, Wade e Bosh perdono soldi nell'immediato (invece di 42 milioni a testa nei prossimi due anni, scendono tra i 22 e i 28) ma firmano contratti più lunghi, con scadenze al 2018 se non 2019 (fino al 37° anno per Wade, al 35° per Bosh). La lunghezza dei contratti non è da sottovalutare: fra due anni, difficilmente qualcuno offrirà a Wade e Bosh – due stelle ma in parabola discendente - 20 milioni a stagione.
ADDIO – L'ipotesi più drastica è l'addio. James ha detto di essere molto più tranquillo rispetto al 2010, quando doveva scegliere il contratto più importante della carriera, aveva 25 anni e non aveva ancora vinto a. Se rompe con Miami, ovviamente diventa il free agent più conteso, con Dallas e Los Angeles Lakers interessate. Ma in prima fila ci sono i Los Angeles Clippers (magari con una sign-and-trade con Blake Griffin) e il ritorno a Cleveland, dove i Cavs possono affiancargli una star emergente come Kyrie Irving e un lungo potenzialmente di primo livello come Joel Embiid, probabile prima scelta assoluta del draft, senza contare che i Cavs sono ancora senza allenatore, e James può far ingaggiare un proprio “protetto”. James fornisce una sola certezza verso i colloqui con il presidente Pat Riley: «Io, Dwyane e Chris, in questi giorni valuteremo ogni possibilità».