Gli hippy di Napoli e il Cincia noioso

Gli hippy di Napoli e il Cincia noioso
Andrea Barocci
2 min

Può una squadra avere un qualcosa di hippy sia nell’aspetto che nella maniera di giocare? A guardare Napoli sembrerebbe di sì. Johnson, capelli dal taglio “picassiano” e barba incolta, sembra essere appena rientrato dalla tre giorni di Woodstock (15-17 agosto 1969); Stewart ha sfoggiato una fantastica capigliatura afro di “Ervingiana” memoria. Ma quello che più conta è che i due, assieme ad un frizzante Micheneau, hanno trasformato il basket della GeVi in un imprevedibile susseguirsi di penetrazioni, tiri impossibili da tre e, più in generale, in una maniera quasi selvaggia di praticare pallacanestro. Il che probabilmente sarebbe anche bastato per battere la Virtus se Napoli avesse aggiunto una difesa meno distratta. Difetti perdonabili per un roster completamente rivoluzionato in estate.

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Noioso

Chi invece non fa nulla per cambiare il proprio gioco e rendimento è un playmaker la cui età, 36 anni, a molti altri ha consigliato la via del ritiro. Solo che Andrea Cinciarini non ha alcuna intenzione di smettere. Anzi, così come la passata stagione, continua a dare prova di essere uno dei migliori ( a nostro avviso il migliore già dalla scorsa annata) playmaker del campionato. Sabato a Treviso il regista di Reggio Emilia ha realizzaro 19 punti e servito 8 assist. Sì, inizia a diventare noioso...


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