Virtus, Belinelli dice addio ma resterà: ecco il ruolo del futuro

Ufficiale il ritiro di Marco dal basket giocato ma rimarrà in bianconero: «Ci ho messo il cuore, ogni briciolo di me. Non è facile dire addio, la pallacanestro è tutto»
Dario Cervellati

BOLOGNA Marco Belinelli dice addio, basta, stop. «Ci ho messo il cuore. Ogni briciolo di me stesso. Ogni singolo giorno. La pallacanestro mi ha dato tutto e io ho dato tutto a lei». Fermarsi dopo una carriera così lunga, così brillante e così vincente, non è stato facile. Proprio per niente. Ha richiesto un po’ di tempo, un po’ di riflessioni. Il campione di San Giovanni in Persiceto, l’unico giocatore italiano ad aver vinto l’Anello negli USA, ha voluto frenare dolcemente perché il carico di 23 anni da professionista era pesantissimo. Beli è stato campione NBA nel 2014, ha vinto scudetti, supercoppe italiane con Virtus e Fortitudo, l’Eurocup e sempre nel 2014 è stato il migliore nel contest del tiro da 3 punti all’All Star Game. Cose da fenomeni, da supereroi del basket. E così l’avevano anticipato un po’ tutti. Le parole del presidente della Virtus Massimo Zanetti, il messaggio dei San Antonio Spurs, di qualche avversario o ex compagno di squadra non lasciavano spazio a dubbi, ma il suo punto definitivo Belinelli lo ha messo ieri una volta tornato a casa sua dalle vacanze. Con due lampi social il 39enne ha squarciato la giornata dei suoi tifosi e di tutti gli appassionati di basket. Prima ha condiviso attraverso foto di cimeli, di ritagli di giornale, tutti conservati nella sua cameretta a San Giovanni in Persiceto, i passaggi principali della sua grande ed entusiasmante avventura sportiva e poi alle 18 ha annunciato l’addio al basket giocato. «Non è facile dire addio, ma è il momento. Porto con me ogni emozione, ogni sacrificio, ogni applauso. Grazie a chi c’è sempre stato. Ai più giovani, lascio un sogno. Fate in modo che valga la pena». 


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Onore a Belinelli

Belinelli ce l’ha fatta. Per lui e per chi l’ha visto giocare dai primi anni del 2000 in poi ne è valsa la pena. Umberto Gandini, il presidente di Lega Basket che ha salutato nel 2021 il ritorno di Belinelli nel campionato italiano, coinciso poi con lo scudetto della Virtus, gli ha dato anche un altro merito. «Il suo arrivo ha contribuito a far crescere il valore del nostro campionato, del quale è stato MVP lo scorso anno, conquistando il Dino Meneghin Trophy, premiato poi dallo stesso Meneghin». Anche Maurizio Gherardini, presidente designato della LBA, che ha avuto Belinelli come giocatore nella NBA a Toronto, lo ha elogiato. «Credo che di Marco vadano sottolineate non solo le grandi doti tecniche, ma anche la perseveranza e la capacità di non mollare mai, di sapersi adattare alle tante e varie situazioni in cui si è trovato negli anni di NBA raggiungendo risultati che oggi fanno parte della storia». Ora per Belinelli si aprono le porte di un nuovo ruolo sempre in Virtus, società che lo ha lanciato e poi riaccolto al rientro dall’NBA. Sarà l’uomo immagine, l’ambasciatore dei bianconeri.  


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BOLOGNA Marco Belinelli dice addio, basta, stop. «Ci ho messo il cuore. Ogni briciolo di me stesso. Ogni singolo giorno. La pallacanestro mi ha dato tutto e io ho dato tutto a lei». Fermarsi dopo una carriera così lunga, così brillante e così vincente, non è stato facile. Proprio per niente. Ha richiesto un po’ di tempo, un po’ di riflessioni. Il campione di San Giovanni in Persiceto, l’unico giocatore italiano ad aver vinto l’Anello negli USA, ha voluto frenare dolcemente perché il carico di 23 anni da professionista era pesantissimo. Beli è stato campione NBA nel 2014, ha vinto scudetti, supercoppe italiane con Virtus e Fortitudo, l’Eurocup e sempre nel 2014 è stato il migliore nel contest del tiro da 3 punti all’All Star Game. Cose da fenomeni, da supereroi del basket. E così l’avevano anticipato un po’ tutti. Le parole del presidente della Virtus Massimo Zanetti, il messaggio dei San Antonio Spurs, di qualche avversario o ex compagno di squadra non lasciavano spazio a dubbi, ma il suo punto definitivo Belinelli lo ha messo ieri una volta tornato a casa sua dalle vacanze. Con due lampi social il 39enne ha squarciato la giornata dei suoi tifosi e di tutti gli appassionati di basket. Prima ha condiviso attraverso foto di cimeli, di ritagli di giornale, tutti conservati nella sua cameretta a San Giovanni in Persiceto, i passaggi principali della sua grande ed entusiasmante avventura sportiva e poi alle 18 ha annunciato l’addio al basket giocato. «Non è facile dire addio, ma è il momento. Porto con me ogni emozione, ogni sacrificio, ogni applauso. Grazie a chi c’è sempre stato. Ai più giovani, lascio un sogno. Fate in modo che valga la pena». 


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