Virtus, Belinelli dice addio ma resterà: ecco il ruolo del futuro
BOLOGNA - Marco Belinelli dice addio, basta, stop. «Ci ho messo il cuore. Ogni briciolo di me stesso. Ogni singolo giorno. La pallacanestro mi ha dato tutto e io ho dato tutto a lei». Fermarsi dopo una carriera così lunga, così brillante e così vincente, non è stato facile. Proprio per niente. Ha richiesto un po’ di tempo, un po’ di riflessioni. Il campione di San Giovanni in Persiceto, l’unico giocatore italiano ad aver vinto l’Anello negli USA, ha voluto frenare dolcemente perché il carico di 23 anni da professionista era pesantissimo. Beli è stato campione NBA nel 2014, ha vinto scudetti, supercoppe italiane con Virtus e Fortitudo, l’Eurocup e sempre nel 2014 è stato il migliore nel contest del tiro da 3 punti all’All Star Game. Cose da fenomeni, da supereroi del basket. E così l’avevano anticipato un po’ tutti. Le parole del presidente della Virtus Massimo Zanetti, il messaggio dei San Antonio Spurs, di qualche avversario o ex compagno di squadra non lasciavano spazio a dubbi, ma il suo punto definitivo Belinelli lo ha messo ieri una volta tornato a casa sua dalle vacanze. Con due lampi social il 39enne ha squarciato la giornata dei suoi tifosi e di tutti gli appassionati di basket. Prima ha condiviso attraverso foto di cimeli, di ritagli di giornale, tutti conservati nella sua cameretta a San Giovanni in Persiceto, i passaggi principali della sua grande ed entusiasmante avventura sportiva e poi alle 18 ha annunciato l’addio al basket giocato. «Non è facile dire addio, ma è il momento. Porto con me ogni emozione, ogni sacrificio, ogni applauso. Grazie a chi c’è sempre stato. Ai più giovani, lascio un sogno. Fate in modo che valga la pena».
