Luiss, Maestrelli: «Sacrificio e lavoro ci porteranno ai risultati che meritiamo»

Il nipote d'arte: «Dopo un inizio difficile, ora sono molto contento di aver scelto questo club»
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ROMA - Tommaso Maestrelli porta con disinvoltura un nome altisonante. Chiunque conosca la storia del calcio italiano, infatti, lo associa a quello dell’omonimo nonno, scomparso nel ’76, due anni dopo aver guidato la Lazio al primo, storico scudetto. Il calcio, quindi, è parte del suo corredo genetico. Non a caso, è una colonna della Luiss, che domenica affronterà la Vis Sezze in un match decisivo per le sorti del campionato di Promozione. Una partita a cui, se avesse potuto, nonno Tommaso avrebbe volentieri assistito dagli spalti. Da lì avrebbe ammirato – sicuramente pieno di orgoglio – il nipote: un ragazzo in gamba, a suo agio tanto sui campi da gioco quanto nelle aule universitarie. Contro la capolista Vis Sezze sarà uno scontro importantissimo: "La prima chiave della sfida è allenarci bene, perché passa tutto da lì. Se lo faremo, arriveremo pronti alla partita. Dopo di che, dovremo essere concentrati e giocare come sappiamo. Sacrificio e lavoro porteranno ai risultati che vogliamo raggiungere: siamo molto carichi e non vediamo l’ora che sia domenica". Il gruppo luissino è molto unito: "Al di là degli aspetti tecnici, non si va da nessuna parte se non si è amici prima che compagni di squadra. Remando tutti nella stessa direzione, si possono ottenere risultati altrimenti irraggiungibili. Noi lo facciamo da mesi perché abbiamo ben chiari i nostri obiettivi".

STUDENTE E ATLETA - Nella sua attuale squadra, Maestrelli si trova alla grande: "Essere un calciatore professionista è sempre stato il mio sogno e giocare in Serie C mi faceva sentire vicino all’obiettivo. Perciò, non è stato semplice il passaggio all’AS Luiss. Per una serie di ragioni, però, ho scelto questa strada e ne sono veramente contento. Sono in squadra da due anni, ma è come se lo fossi da una vita. Qui tutti mi hanno accolto a braccia aperte e c’è uno spirito familiare. Tra vecchi e nuovi ci si integra bene. Per quanto riguarda le differenze, la principale riguarda l’impegno universitario: fino a questo momento in Ateneo a nessuno interessava che io giocassi a pallone a livelli abbastanza alti. Ugualmente in squadra a nessuno interessava che io studiassi. Ero io a dovermi caricare il peso del doppio impegno. Invece la Luiss si prende cura degli studenti-atleti e questo è uno dei motivi per cui sono contento della scelta".

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