Il Cagliari vince con la logica, non con le alchimie

Il day after dopo aver battuto nettamente l'Inter a domicilio è il momento più bello per i tifosi ma anche quello più delicato da gestire per i manovratori, da Zeman a Giulini
Il Cagliari vince con la logica, non con le alchimie© LaPresse
Vincenzo Sardu
4 min

Secondo una corrente di pensiero, la gestione dei momenti favorevoli è assaipiù delicata, se non difficile, rispetto a quella necessaria quando le cose girano male. Direte, intanto meglio trovarsi con la pancia piena poi se ne riparla. Vero. Ed è impossibile distogliere i tifosi del Cagliari dai flash, intensi, provati ieri e che continueranno a lungo nella speranza - si intende - che siano seguiti da tanti altri. Ma nell'orgia di commenti impregnati di entusiasmo, nella valanga di etichette dal calcio zemaniano a Zemanlandia è arrivata anche in Sardegna, c'è qualcosa che mi sembra nessuno ha provato a sviscerare, ovvero la logica.

 

Che c'entra? Beh, c'entra nella misura in cui quando si fanno le cose normali, quelle naturali. è ovvio parlare di logica. E il Cagliari, ieri a Milano, la fatto sia le cose normali che quelle naturali. Non che vincere in quel modo contro quella che resta una grande squadra si possa definire normale, il rispetto per gli avversari non deve mai latitare e la presunzione è il nemico numero uno di chi vuol fare sempre la cosa giusta. Ma ha fatto le cose naturali e normali nel proprio lavoro, nel proprio gioco. In più, ci ha aggiunto una piccola - geniale - intuizione: se tutto questo, portando la firma boema, può essere definito Zemanlandia, allora va bene.

 

La logica nel dettaglio è semplice. Finora non era mai capitato di vedere all'opera un centrocampo normale. L'ho scritto poche ore dopo la pessima caduta contro il Torino: perché costringere Ekdal a fare un lavoro che ha dimostrato per anni di non saper fare? Ecco che, riportato sul fianco mancino del regista, lo svedese tira fuori la partita della vita. I tre gol passano in secondo piano davanti alla funzionalità mostruosa che ha acquisito il reparto completato, a destra, da un altro giocatore di ruolo come Dessena. E Crisetig? Si capiva che era un regista già osservandolo con la Under 21 e messo a fare il lavoro del capitano assente ha mostrato che quello è proprio il pane per i suoi denti. C'è da sperare che l'Inter, che vanta un fastidioso diritto per il contro riscatto del suo cartellino, abbia altri progetti perché questo ragazzo farà una grande carriera se gli si chiederà di giocare come sa.

 

Bacchettate al boemo? Non mi permetterei mai, lo adoro come pochissimi altri maestri. E' che era troppo evidente il reparto sballato, in preda a una schizofrenia incontrollata dove le gambe che correvano veloci paradossalmente peggioravano il prodotto anziché migliorarlo, in quelle condizioni. Si può presumere che Zeman abbia voluto fare gli ultimi esperimenti in corsa e abbia deciso, da ieri, di salvaguardare le virtù naturali dei suoi giocatori inserendoli, per quanto possibile, nel suo calcio senza snaturarli.

 

Ma c'è stato anche del genio intuitivo, ieri pomeriggio. Chiedetevi quante volte Ibarbo, prima, ha giocato esterno a destra. Esterno un po' atipico, non ala, anche se nel suo cartellino in Colombia c'era scritto "volante", ovvero ala. Bene, pur non calpestando la linea laterale ha devastato la difesa dell'Inter, tendendo poi ad accentrarsi. Rare le volte che è scappato a sinistra. Insomma, Victor ha scoperto un nuovo sé stesso e questa è tutta farina boema, dall'A alla Z.

 

Tutto a posto? Neanche per sogno. E' bello sognare, godersi questa prestazione ma piedi a terra. Innanzitutto perché ci si è rialzati partendo appunto dai piedi ben ancorati sul terreno dunque meglio non esagerare con la fantasia. Poi perché la squadra ha ancora il cartello dei lavori in corso appeso ad Assemini, infine perché lo era prima e resta ancora non completa. Insisto sul centrocampo: i due interni che messi così hanno funzionato alla grande, hanno alternative? No. Ce l'ha il regista, per fortuna, ma non i suoi assistenti laterali. E in difesa qualcosa di più specializzato in esterno sarebbe opportuno.

 

Ecco, Zeman di sicuro non si monterà la testa, figuriamoci. La società che ha avuto il buonsenso di coprirgli le spalle deve continuare a lavorare come ha fatto finora, mettendo a frutto le piccole cose di ogni giorno che sono quelle che fanno esperienza in un board giovane. I giocatori siano saggi e i tifosi sognino, ma con la misura necessaria.


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